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Francia, vescovi su matrimoni gay: rischio spaccatura profonda

Con una nota dal Consiglio permanente, per la prima volta i vescovi francesi si pronunciano in maniera ufficiale sulla manifestazione del 13 gennaio e sulle prospettive del progetto di legge «matrimonio per tutti» che andrà in discussione all'Assemblea nazionale il 29 gennaio.

In vista del dibattito parlamentare in programma in Francia a fine mese sul progetto di legge che apre matrimonio e adozione alle coppie omosessuali («mariage pour tous»), i politici non possono ignorare l’opinione espressa domenica scorsa dai cittadini francesi, perché altrimenti rischiano di «recare un danno al buon funzionamento della democrazia». Questa l’opinione espressa oggi in una nota dal Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese, che dunque per la prima volta si pronuncia in maniera ufficiale sulla manifestazione del 13 gennaio e sulle prospettive del progetto di legge che andrà in discussione all’Assemblea nazionale il 29 gennaio.

«Da molti mesi – si legge nella nota firmata in primis dal cardinale presidente André Vingt-Trois – abbiamo allertato il governo e l’opinione pubblica sul rischio di una spaccatura profonda che rappresentava all’interno della società francese, il disegno di legge che consente il matrimonio e l’adozione alle persone dello stesso sesso. Questa spaccatura è tanto più deplorevole quanto più il nostro Paese sta vivendo un periodo di forti difficoltà economiche e sociali che dovrebbe portare i responsabili politici a unire il Paese. L’ampiezza eccezionale della manifestazione di domenica – proseguono i vescovi – dimostra, se ce n’è bisogno, che questa allerta era fondata».

L’episcopato sottolinea, nella nota, che a scendere in piazza nei tre cordoni, convergenti verso Champ de Mars, sono state «persone di tutte le regioni di Francia, giovani e anziani, famiglie con i loro bambini». Gente di «tutte le opinioni, religioni o senza credo religioso». Hanno sfilato «con convinzione e senza aggressività». «In questa grande diversità – prosegue la nota – il denominatore comune era il riconoscimento della famiglia, l’interesse superiore dei bambini e il rispetto della filiazione». Da qui il richiamo ai responsabili politici affinché non ignorino l’opinione di tutti questi cittadini proseguendo in quello che definiscono una «riforma di civiltà».

E aggiungono: «La missione della politica è fornire il quadro di un’autentica riflessione sociale sulle questioni sociali che sono la trasmissione della vita e la natura dei rapporti umani. Ecco perché auspichiamo che, in occasione del dibattito parlamentare, gli eletti e i politici propongano soluzioni e formulazione che siano rispettose del carattere eterosessuale del matrimonio, della filiazione e delle persone omosessuali. Da parte nostra, come vescovi, invitiamo la comunità cattolica a proseguire la riflessione su questi temi fondamentali».