Mondo

Francia, Ratp Metro prima censura e poi riammette manifesti con menzione «Cristiani d’Oriente»

Fine delle polemiche ieri pomeriggio a Parigi. La «Régie autonome des transports parisiens» (Ratp), la società che gestisce la metropolitana parigina ha fatto retromarcia ed ha accettato di porre la menzione «in favore dei cristiani d’Oriente» sui manifesti che promuovono il concerto del gruppo «Les Prêtres» in programma il 14 giugno all’Olympia. 

     

In un primo tempo la Ratp aveva rifiutato di apporre questa menzione in nome del «principio di neutralità del servizio pubblico». La società aveva deciso di vietare «ogni pubblicità che rappresentava un carattere politico o confessionale». La vicenda ha però innescato un vespaio di polemiche e ieri pomeriggio il premier Manuel Valls, ha chiesto in un tweet alla società della Ratp di «assumersi le proprie responsabilità». Da qui il retromarcia e la decisione di non toccare dai manifesti la dicitura «in favore dei cristiani d’Oriente». Immediata la reazione del vescovo di Gap Jean-Michel Di Falco, ideatore del trio dei cantanti cattolici «Les Prêtres», il primo ad annunciare il dietrofront della metro parigina con un tweet: «le président de la #Ratp vient de m’annoncer que la mention «pour les chretiens d’Orient» serait apposée sur les affiches».

Sulla vicenda era intervenuto anche l’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois che aveva parlato di «una misura scandalosa e discriminatoria», «segno dell’ignoranza» che la società francese ha nei confronti della situazione vissuta in Medio Oriente invitando a guardare ai genocidi che si sono consumati nel passato. Se dunque quanto successo a Parigi è il «segno di una degradazione culturale», non è comunque un fatto «drammatico» per i cattolici francese.

«Ciò che è veramente drammatico – dice l’arcivescovo Vingt-Trois – è la situazione che vivono i cristiani nelle terre del Medio Oriente e in altri posti del mondo, dall’Ucraina all’Asia ad alcuni paesi dell’Africa, dove c’è una sistematica caccia al cristiano».

In una nota, la Conferenza episcopale di Francia sottolinea il coro di indignazione che «al di là delle appartenenze religiose, politiche e sociali» si è levato in questi giorni sulla vicenda. I vescovi vedono in questa indignazione il «segno della solidarietà della Francia e dei francesi verso le popolazioni perseguitate». I vescovi approfittano inoltre di questa occasione per ringraziare la Francia per aver portato ai massimi livelli internazionali «la preoccupazione dei popoli martirizzati», facendo riferimento all’iniziativa Onu sui cristiani perseguitati presa dal ministro degli esteri francesi. Ed aggiungono: «L’odioso massacro in Kenya chiede una denuncia unanime ed una azione risoluta per la protezione di tutte le minoranze martirizzate e assassinate».