Vita Chiesa

Francesco, Regina caeli: l’annuncio del Vangelo non è facoltativo. Appello per Ucraina e Centrafrica

 «Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo – ha evidenziato il Pontefice -. Ha fatto il suo lavoro, quindi torna al Padre». Ma, ha avvertito, «non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova. Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli apostoli – e anche il nostro sguardo – alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre. Lui stesso aveva detto che se ne sarebbe andato per prepararci un posto in Cielo». Tuttavia, «Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre».

Gesù, ha proseguito il Santo Padre, «è vicino a tutti noi, anche oggi è qui con noi in piazza; il Signore è con noi!». Poi ha chiesto ai moltissimi fedeli che gremivano piazza San Pietro, in una bella giornata di sole: «Voi credete questo? Allora lo diciamo insieme: Il Signore è con noi!». Non solo: «Gesù, quando ritorna al Cielo porta al Padre un regalo. Quale è il regalo? Le sue piaghe. Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le ferite della flagellazione, ma conserva le piaghe. Quando ritorna dal Padre gli mostra le piaghe e gli dice: ‘Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che tu dai’. Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per noi. Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso». Questo, ha ribadito Francesco, «è il grande lavoro di Gesù oggi in Cielo: fare vedere al Padre il prezzo del perdono, le sue piaghe. È una cosa bella questa che ci spinge a non avere paura di chiedere perdono; il Padre sempre perdona, perché guarda le piaghe di Gesù, guarda il nostro peccato e lo perdona».

Ma, ha spiegato il Papa, «Gesù è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. L’ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando di partire: ‘Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli’». Si tratta di «un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità ‘in uscita’, ‘in partenza’. Di più: la Chiesa è nata ‘in uscita’». E, qui, un’altra domanda: «Voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre ‘in uscita’ con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione alle piaghe di Gesù». Ai suoi discepoli missionari Gesù dice: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». «Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica – ha chiarito – non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace. E così andiamo a dire alla gente chi è Gesù». E, ha concluso, «insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza».

«Con animo rattristato, prego per le vittime delle tensioni che ancora continuano in alcune regioni dell’Ucraina, come pure nella Repubblica Centroafricana». Dopo il Regina Cæli, ieri mattina, Papa Francesco ha rinnovato il suo «accorato appello a tutte le parti implicate, perché siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione». Il Pontefice ha, quindi, invocato la Madonna: «Maria, Regina della Pace, ci aiuti tutti con la sua intercessione materna. Maria, Regina della Pace, prega per noi».

La testimonianza di Madre Speranza «aiuti la Chiesa ad annunciare dappertutto, con gesti concreti e quotidiani, l’infinita misericordia del Padre celeste per ogni persona». Lo ha sostenuto, ieri mattina, Papa Francesco, dopo il Regina Cæli, ricordando che sabato, a Collevalenza, è stata proclamata beata Madre Speranza, nata in Spagna col nome di María Josefa Alhama Valera, fondatrice in Italia delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso. «Salutiamo tutti, con un applauso, la beata Madre Speranza!», ha aggiunto il Pontefice. Nei saluti ai pellegrini, ha fatto riferimento in particolare ai fedeli di Lione e di Parigi, a quelli provenienti dal Texas e da Aulendorf (Germania), e al gruppo di italiani che vivono a Ulm e Neu-Ulm. Poi ha salutato i ragazzi che hanno ricevuto o si preparano a ricevere la Cresima, «incoraggiandoli ad essere gioiosi testimoni di Gesù», e il coro di Palazzolo sull’Oglio e quello di Longi. Ha rivolto anche «un pensiero speciale» ai numerosi «Camperisti italiani, impegnati in opere di solidarietà», e ai «ciclisti che danno vita all’iniziativa ‘Un chilometro per la Siria’». Infine, dopo aver augurato una buona domenica e un buon pranzo e arrivederci, ha concluso con una richiesta: «Pregate per me!».