Vita Chiesa
Francesco: Dio non è «un mago», big bang «non contraddice» creazione
«Dio e Cristo camminano con noi e sono presenti anche nella natura», ha ricordato il Pontefice citando il discorso di san Paolo all’Areopago. «Quando leggiamo nella Genesi il racconto della Creazione rischiamo d’immaginare che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose», le parole del Papa: «Ma non è così. Egli ha creato gli esseri e li ha lasciati sviluppare secondo le leggi interne che Lui ha dato ad ognuno, perché si sviluppassero, perché arrivassero alla propria pienezza. Egli ha dato autonomia agli esseri dell’universo al tempo stesso in cui ha assicurato loro la sua presenza continua, dando l’essere ad ogni realtà». «E così la creazione è andata avanti per secoli e secoli, millenni e millenni finché è diventata quella che conosciamo oggi, proprio perché Dio non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore che dà l’essere a tutti gli enti», ha spiegato. In questa prospettiva, «l’inizio del mondo non è opera del caos che deve a un altro la sua origine, ma deriva direttamente da un Principio supremo che crea per amore.
«Costruire un mondo umano per tutti gli esseri umani e non per un gruppo o una classe di privilegiati», oppure distruggere il creato compiendo un «peccato contro Dio Creatore». È questa, per il Papa, l’alternativa radicale di fronte a cui si trova l’uomo con la sua azione nel mondo. «Per quanto limitata – ha spiegato il Papa ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze – l’azione dell’uomo partecipa della potenza di Dio ed è in grado di costruire un mondo adatto alla sua duplice vita corporea e spirituale; costruire un mondo umano per tutti gli esseri umani e non per un gruppo o una classe di privilegiati». «Ma è anche vero – ha proseguito Francesco definendo l’atteggiamento opposto – che l’azione dell’uomo, quando la sua libertà diventa autonomia, distrugge il creato e l’uomo prende il posto del Creatore. È il peccato contro Dio Creatore».
«Quando, al sesto giorno del racconto della Genesi, arriva la creazione dell’uomo, Dio dà all’essere umano un’altra autonomia, diversa da quella della natura, che è la libertà», ha ricordato il Papa: «E dice all’uomo di dare il nome a tutte le cose e di andare avanti nel corso della storia. Lo rende responsabile della creazione, anche perché domini il Creato, perché lo sviluppi e così fino alla fine dei tempi». Allo scienziato, quindi, «e soprattutto allo scienziato cristiano, corrisponde l’atteggiamento di interrogarsi sull’avvenire dell’umanità e della terra, e, da essere libero e responsabile, di concorrere a prepararlo, a preservarlo, a eliminarne i rischi dell’ambiente sia naturale che umano». Ma, allo stesso tempo, «lo scienziato dev’essere mosso dalla fiducia che la natura nasconda, nei suoi meccanismi evolutivi, delle potenzialità che spetta all’intelligenza e alla libertà scoprire e attuare per arrivare allo sviluppo che è nel disegno del Creatore».