Vita Chiesa

Francesco, Angelus: «L’amore di Dio non è un sentimento generico»

“C’è un desiderio, sia esplicito sia nascosto, che tutti noi abbiamo nel cuore”, ha ribadito a braccio. Richiamando il Vangelo odierno, il Pontefice ha sottolineato che “l’evangelista Luca ci mostra Gesù che sta camminando con i suoi discepoli verso Gerusalemme, verso la sua Pasqua di morte e risurrezione, e in questo cammino li educa confidando loro quello che Lui stesso porta nel cuore, gli atteggiamenti profondi del suo animo”. Tra questi atteggiamenti “vi sono il distacco dai beni terreni, la fiducia nella provvidenza del Padre e, appunto, la vigilanza interiore, l’attesa operosa del Regno di Dio. Per Gesù è l’attesa del ritorno alla casa del Padre. Per noi è l’attesa di Cristo stesso, che verrà a prenderci per portarci alla festa senza fine, come ha già fatto con sua Madre Maria Santissima”. Dunque, “il cristiano è uno che porta dentro di sé un desiderio grande, profondo: quello di incontrarsi con il suo Signore insieme ai fratelli, ai compagni di strada”.

E tutto questo “si riassume in un famoso detto di Gesù: ‘Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore’”. “Il cuore che desidera – ha proseguito a braccio il Santo Padre -, tutti noi abbiamo un desiderio, ma povera gente è quella che non ha desiderio: il desiderio di andare avanti verso l’orizzonte. Per noi cristiani questo orizzonte è l’incontro con Gesù, che è la nostra vita, la nostra gioia, quello che ci fa felici”. Il Papa ha, quindi, rivolto due domande. “Tutti voi – ha detto a braccio – avete un cuore desideroso? Pensate e rispondete in silenzio, nel vostro cuore. Tu hai un cuore che desidera o hai un cuore chiuso, un cuore addormentato, un cuore anestetizzato per le cose della vita? Il desiderio è andare avanti verso l’incontro con Gesù”. E la seconda domanda: “Dov’è il tuo tesoro? Cosa desideri? Qual è per te la realtà più importante, più preziosa, la realtà che attrae il mio cuore come una calamita? Posso dire che è l’amore di Dio? La voglia di fare bene agli altri? Di vivere per il Signore e i nostri fratelli? Ognuno risponde nel suo cuore”. Ma, ha aggiunto, “qualcuno mi risponderà: Padre, ma io sono uno che lavora, che ha famiglia, per me la realtà più importante è mandare avanti la mia famiglia, il lavoro… Certo, è vero, è importante, ma qual è la forza che tiene unita la famiglia? È proprio l’amore. E chi semina l’amore nel nostro cuore? Dio”.

“È proprio l’amore di Dio – ha evidenziato Francesco – che dà senso ai piccoli impegni quotidiani e anche aiuta ad affrontare le grandi prove”. Questo è “il vero tesoro dell’uomo”: “Andare avanti nella vita con amore – ha osservato a braccio -, con quell’amore che ha seminato nel cuore l’amore di Dio”. Ma “l’amore di Dio non è qualcosa di vago, un sentimento generico; l’amore di Dio ha un nome e un volto: Gesù Cristo”. L’amore di Dio “si manifesta in Gesù perché noi non possiamo amare l’aria, amiamo persone. E la persona che amiamo è Gesù, il dono del Padre tra noi”. È “un amore che dà valore e bellezza a tutto il resto: dà forza alla famiglia, al lavoro, allo studio, all’amicizia, all’arte, ad ogni attività umana. E dà senso anche alle esperienze negative, perché ci permette di andare oltre, di non rimanere prigionieri del male, ma ci fa passare oltre, ci apre sempre alla speranza, ecco l’amore di Dio in Gesù sempre ci apre alla speranza, all’orizzonte finale del nostro pellegrinaggio. Così anche le fatiche e le cadute trovano un senso. Anche i nostri peccati trovano un senso nell’amore di Dio, perché quest’amore di Dio in Gesù ci perdona sempre”. Il Papa ha poi ricordato che oggi si fa memoria di “santa Chiara di Assisi, che sulle orme di Francesco lasciò tutto per consacrarsi a Cristo nella povertà. Santa Chiara ci dà una testimonianza molto bella di questo Vangelo di oggi”.

“Ricordiamo che il prossimo giovedì è la solennità di Maria Assunta. Pensiamo a nostra Madre che è arrivata al Cielo con Gesù e quel giorno facciamo festa a lei”. Così Papa Francesco ha iniziato a braccio stamattina il suo pensiero dopo la recita dell’Angelus da piazza San Pietro. “Vorrei rivolgere un saluto ai musulmani del mondo intero, nostri fratelli, che da poco hanno celebrato la conclusione del mese di Ramadan, dedicato in modo particolare al digiuno, alla preghiera e all’elemosina”, ha detto poi il Pontefice. “Come ho scritto nel mio Messaggio per questa circostanza – ha aggiunto -, auguro che cristiani e musulmani si impegnino per promuovere il reciproco rispetto, specialmente attraverso l’educazione delle nuove generazioni”. Il Santo Padre ha poi salutato con affetto “tutti i romani e i pellegrini presenti”. “Anche oggi – ha proseguito – ho la gioia di salutare alcuni gruppi di giovani: anzitutto quelli venuti da Chicago, in pellegrinaggio a Lourdes e a Roma; e poi i giovani di Locate, di Predore e Tavernola Bergamasca, e gli Scout di Vittoria. Ripeto anche a voi le parole che sono state il tema del grande incontro di Rio: ‘Andate e fate discepoli tra tutte le nazioni’”. A tutti Papa Francesco ha augurato “una buona domenica, e buon pranzo! E arrivederci”.