Vita Chiesa
Francesco, ai giornalisti sull’aereo: «Abusi su minori, tolleranza zero»
«Io prego tanto il Signore perché questi due dirigenti, questi due governi abbiano il coraggio di andare avanti. Questa è l’unica strada per la pace». Papa Francesco ha risposto così ad una domanda sul suo invito ai due presidenti Peres e Abbas a pregare in Vaticano per la pace. Rispondendo «in modo semplice e diretto alle domande a tutto campo» che i giornalisti gli hanno rivolto sull’aereo nel viaggio di ritorno dalla Terra Santa, riferisce Radio Vaticana, il Papa ha parlato di Gerusalemme dal punto di vista religioso, come la «città della pace delle tre religioni».
Con il Patriarca Bartolomeo, ha affermato, «abbiamo parlato dell’unità: ma l’unità si fa nella strada, l’unità è un cammino. Noi non possiamo mai fare l’unità in un congresso di teologia», come aveva detto Atenagora a Paolo VI, si tratta di «camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme» e aiutarci. Uno dei punti di cui hanno parlato è la Pasqua, che ancora oggi cattolici e ortodossi celebrano in date diverse: «La data della Pasqua è un segno di unità». E sul suo rapporto con Bartolomeo ha detto: «Parliamo come fratelli! Ci vogliamo bene, ci raccontiamo difficoltà del nostro governo. E una cosa di cui abbiamo parlato abbastanza è il problema dell’ecologia. Lui è molto preoccupato: anche io. Abbiamo parlato di fare insieme un lavoro congiunto su questo problema».
Secondo quanto riferito da Radio Vaticana, il papa ha anche risposto ad una domanda sugli abusi su minori da parte di sacerdoti: «Ci sarà una Messa con sei o otto persone che hanno subito abusi, a Santa Marta, e poi una riunione con loro: io e loro… Su questo si deve andare avanti, avanti: tolleranza zero», ha annunciato. E ha aggiunto «È come fare una Messa nera», ha aggiunto, assicurando che nelle indagini «non ci saranno figli di papà». Riguardo alla riforma della Curia ha osservato che si è «a buon punto»: si opera per alleggerire la struttura, «ad esempio accorpando i dicasteri». «Uno dei punti chiave è stato quello economico»: a luglio e settembre ci saranno altre riunioni. Riguardo agli scandali, ha ricordato quando Gesù ha detto che è inevitabile che ci siano: «Siamo umani, peccatori tutti. E ci saranno». «Il problema è evitare che ci siano in più», nella amministrazione economica ci vogliono «onestà e trasparenza». Quindi ha citato i Padri della Chiesa: «Ecclesia semper reformanda», «dobbiamo stare attenti a riformare ogni giorno la Chiesa, perché siamo peccatori, siamo deboli». Per quanto riguarda lo Ior ha ricordato che sono stati chiusi centinaia di conti di persone che non ne avevano diritto. «Lo Ior – ha detto – è per l’aiuto alla Chiesa».
Parlando con i giornalisti il Papa ha confessato che gli dispiace che alcuni, anche persone di Chiesa, riducano tutto il prossimo Sinodo sulla famiglia «alla casistica della Comunione o al no ai divorziati risposati». Come aveva già affermato Benedetto XVI – ha precisato – bisogna studiare le procedure di nullità e «chiarire che i divorziati non sono scomunicati», perché «tante volte sono trattati da scomunicati». Riguardo al celibato dei preti, Papa Francesco ha ribadito che è una regola di vita che apprezza, è «un dono per la Chiesa» ma «non è un dogma» e dunque «sempre c’è la porta aperta», anche perché ci sono già preti cattolici sposati nei riti orientali. Quindi il Santo Padre ha parlato dei suoi prossimi viaggi in Asia: Corea del Sud in agosto e poi Sri Lanka e Filippine, in programma per gennaio nelle zone colpite dai tifoni. A seguire il tema dei cristiani perseguitati: «in questo tempo ci sono più martiri che non ai primi tempi della Chiesa». Quanto all’attuale sistema economico, ha ribadito che uccide e scarta perché a comandare è il denaro.
«Io farò quello che il Signore mi dirà di fare. Pregare, cercare di fare la volontà di Dio». Così Francesco ha risposto ad una domanda su una sua eventuale rinuncia al Papato. «Benedetto XVI – ha proseguito – non aveva più le forze, e onestamente, da uomo di fede, umile qual è, ha preso questa decisione». «Settant’anni fa i vescovi emeriti non esistevano», ha ricordato: «Cosa succederà con i Papi emeriti?». «Dobbiamo guardare a Benedetto XVI – la risposta – come a un’istituzione, ha aperto una porta, quella dei Papi emeriti. La porta è aperta, ce ne saranno altri o no, Dio solo lo sa. Io credo che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giù deve farsi le stesse domande che si è fatto Papa Benedetto».