Tremila religiosi dei quattro Ordini che compongono la Famiglia francescana sono stati ricevuti questa mattina in udienza da Benedetto XVI a Castel Gandolfo. L’occasione: la conclusione del cosiddetto Capitolo delle stuoie, celebrato ad Assisi, durante il quale tutti i Francescani e le Francescane hanno riflettuto sul carisma del loro fondatore a 800 anni dalla prima approvazione della Regola. Nel “Capitolo detto delle Stuoie presso Santa Maria della Porziuncola, intervennero cinquemila fratelli, Santo Francesco confortandoli tutti in bene ( ) con la benedizione di Dio e la sua li mandò alle loro province tutti consolati di letizia spirituale, racconta uno dei Fioretti. Hanno voluto rivivere quell’esperienza i frati del terzo millennio, sotto un tendone allestito all’esterno della Chiesa della Porziuncola dal 15 aprile a oggi, per poi concludere il loro ritiro in Vaticano dal Signor Papa. Benedetto XVI ha usato questa tipica espressione di San Francesco accogliendo con gioia e parole di grande stima circa tremila religiosi e religiose dei quattro Ordini francescani. Sono passati ottocento anni, e quella dozzina di Frati è diventata una moltitudine, disseminata in ogni parte del mondo, ha ricordato il Papa riferendosi al viaggio che Francesco e i suoi primi compagni fecero a Roma, ottenendo da Innocenzo III l’approvazione orale della prima Regola. Un fatto, ha osservato il Pontefice, che dimostra come carsima e istituzione siano “sempre complementari per l’edificazione della Chiesa”. Francesco – ha detto Benedetto XVI – avrebbe potuto anche non venire dal Papa. Molti gruppi e movimenti religiosi si andavano formando in quell’epoca, e alcuni di essi si contrapponevano alla Chiesa come istituzione, o per lo meno non cercavano la sua approvazione. ( ) Invece egli pensò subito a mettere il cammino suo e dei suoi compagni nelle mani del Vescovo di Roma, il Successore di Pietro. Questo fatto rivela il suo autentico spirito ecclesiale. Il piccolo noi’ che aveva iniziato con i suoi primi frati lo concepì fin dall’inizio all’interno del grande noi’ della Chiesa una e universale.Dal piccolo ruscello sgorgato ai piedi del Monte Subasio,si è formato un grande fiume, che ha dato un contributo notevole alla diffusione universale del Vangelo, ha riconosciuto Benedetto XVI, che si è soffermato sull’estrema aderenza tra la vita e lo stile di Cristo e quello che il Santo di Assisi incarnò durante la sua vita: E qui – ha detto – veniamo al punto che sicuramente sta al centro di questo nostro incontro. Lo riassumerei così: il Vangelo come regola di vita. La Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo’: così scrive Francesco all’inizio della Regola bollata. Egli comprese se stesso interamente alla luce del Vangelo. Questo è il suo fascino. Questa la sua perenne attualità.Ma l’attualità di un carisma ha bisogno di essere sempre riscoperta. Il Papa ha invitato ogni fratello e ogni sorella francescani a custodire, sull’esempio del Serafico Padre, un animo contemplativo, semplice e lieto. E come Francesco seppe celebrarla nel suo Cantico, anche voi, ha detto il Pontefice ai Francescani – che al termine dell’udienza hanno rinnovato le loro promesse – siate testimoni della bellezza’ di Dio, impegnandovi “a seguire sempre questa stessa logica: perdere la propria vita a causa di Gesù e del Vangelo, per salvarla e renderla feconda di frutti abbondanti.Infine una esortazione, con la quale Benedetto XVI ha legato uno degli episodi dell’antica conversione di San Francesco a uno degli avvenimenti più recenti che hanno segnato la cronaca e la coscienza collettiva degli italiani: Nei giorni scorsi, il terremoto che ha colpito l’Abruzzo ha danneggiato gravemente molte chiese, e voi di Assisi sapete bene che cosa questo significhi. Ma c’è un’altra ‘rovina’ che è ben più grave: quella delle persone e delle comunità! Come Francesco, cominciate sempre da voi stessi. Siamo noi per primi la casa che Dio vuole restaurare. (Fonte: Radio Vaticana)