(Patrizia Caiffa, inviata Sir a Belèm, Brasile) – Nel 2009 le Caritas di tutto il mondo lanciano una grande campagna sulla giustizia ambientale. Lo ha annunciato oggi Paolo Beccegato, responsabile dell’Area internazionale di Caritas italiana, durante il seminario su Giustizia ambientale e conflitti organizzato nell’ambito del Forum sociale mondiale in corso fino a domenica a Belèm. La campagna, promossa da Caritas internationalis, che coordina la rete di 162 realtà nazionali, si intitola Grow climate justice e avrà come culmine il vertice di Copenaghen sui cambiamenti climatici che si terrà nel mese di dicembre. Ci saranno raccolte firme tramite cartoline elettroniche ed iniziative di pressione presso i governi, anche durante il G8 in Italia, il prossimo mese di luglio. Ci stiamo rendendo conto che l’ambiente è sempre più causa di povertà, disastri naturali, tecnologici e conflitti – ha detto Beccegato -, e a pagare il prezzo più alto sono sempre le popolazioni più povere. Non esiste solo la crisi finanziaria ed economica, la comunità internazionale e le organizzazioni di base non possono più chiudere gli occhi. Al G8 e al vertice di Copenaghen porteremo ai leader mondiali le esigenze dei poveri e le proposte della rete Caritas su questi temi. I conflitti privano la persona dei diritti fondamentali e anche la salvaguardia del creato è ormai una priorità ineludibile – ha ricordato mons. Mario Paciello, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e membro di presidenza della Caritas italiana -. La Chiesa, attraverso le Caritas, cerca di dare risposte anche in modo fattivo, per non chiudere gli occhi davanti ai grandi problemi dell’umanità. Il seminario, che ha preso le mosse dai risultati dell’ultima ricerca di Caritas italiana sui conflitti dimenticati, è stato occasione anche per un mea culpa del mondo della comunicazione sull’oblio di tante emergenze che coinvolgono le popolazioni più povere: Noi giornalisti italiani facciamo tanti errori – ha detto Alberto Bobbio, caporedattore di Famiglia Cristiana -, tra cui la presunzione di considerare i giornalisti del Sud del mondo meno preparati e meno bravi. Sono decine e decine, ad esempio i giornalisti iracheni uccisi, ma non vengono mai contati dalle grandi organizzazioni sulla libertà di stampa. Al Forum sociale la presenza del mondo cattolico è molto evidente: solamente della rete Caritas vi sono 150 delegati da 14 Paesi.Sir