Vita Chiesa

FORUM CATTOLICO ORTODOSSO, COMUNICATO DI RODI: DESIDERIAMO FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE

L’auspicio di “poter partecipare più attivamente ai dibattiti etici e morali che impegnano il futuro della società”. E’ contenuto in un lungo ed articolato comunicato finale (4 pagine, diviso in 10 paragrafi), diffuso oggi dai 17 delegati del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa della Chiesa Cattolica e dai 17 rappresentanti delle Chiese Ortodosse in Europa al termine del Secondo Forum Cattolico-Ortodosso che si è svolto a Rodi dal 18 al 22 ottobre sul tema delle Relazioni Chiesa-Stato. “Ci sembra importante ribadire – scrivono cattolici e ortodossi – che i nostri paesi d’Europa non possono recidere le loro radici cristiane senza distruggersi e che le sfide etiche sono determinanti per il nostro futuro in un mondo globalizzato”. Il comunicato entra nei dettaglia perché “le Chiese desiderano far sentire la loro voce, in particolare sulle questioni legate alla protezione della vita del nascituro, dell’accompagnamento delle persone nel fine vita, della famiglia fondata sulla comprensione cristiana tradizionale del matrimonio, dell’attenzione alle persone emarginate, dell’accoglienza riservata ai migranti, nonché della protezione dell’identità culturale e linguistica delle nazioni europee”. Ed aggiungono: “Le Chiese hanno il dovere di risvegliare le coscienze su tutti questi punti e di difendere la dignità della persona umana creata a immagine di Dio. Le Chiese riaffermano in particolare il diritto all’obiezione di coscienza per il personale medico che nessuno può costringere a praticare atti di aborto o di eutanasia”. Rifacendosi quindi al tema del Forum, le Chiese scrivono: “In Europa, il sistema della separazione con cooperazione tra la Chiesa e lo Stato è il più diffuso. La separazione va intesa come distinzione dei campi politico e religioso, e non nel senso di un’ignoranza reciproca, impossibile da attuare”. Ai paragrafi 9 e 10, le Chiese lanciano una serie di appelli. “Facciamo appello ai cittadini dei nostri paesi affinché siano attenti al pericolo che rappresenterebbe una società secolarizzata senza punti di riferimento morali e senza un progetto degno della persona umana”. Ed aggiungono: “questi valori sono insiti nell’essere umano stesso. Sono precedenti al diritto e allo stato”. Ecco perché “la libertà religiosa è al centro dei diritti fondamentali della persona, poiché garantisce agli uomini la possibilità di cercare liberamente la verità e di attenervisi”.Il secondo appello contenuto nel comunicato di Rodi, si rivolge ai membri delle Chiese perché “si impegnino, per quanto possibile, a tutti i livelli della vita sociale, affinché la visione cristiana dell’uomo e della società umana continuino ad ispirare i comportamenti delle persone e le scelte dei legislatori. Si tratta di rivitalizzare il patrimonio dei valori cristiani e di applicarli alle esigenze e ai bisogni attuali della società europea”. Il testo si conclude con un appello finale ai rappresentanti politici. “Chiediamo – scrivono ortodossi e cattolici – ai nostri rispettivi governi ed ai responsabili della vita politica di impegnarsi con decisione a garantire la libertà religiosa in Europa e a promuoverla nel mondo protestando contro qualsiasi forma di discriminazione basata sulla religione. Dinanzi al fenomeno difficilmente gestibile del multiculturalismo in Europa, ricordiamo l’urgenza per ogni società di trovare nei principi universali dell’etica naturale il fondamento di ogni coesistenza armonica. Ribadiamo la nostra disponibilità a lavorare in cooperazione con le autorità pubbliche dei nostri paesi, per il bene comune di tutti i cittadini, contribuendo così al consolidamento della coesione civile e dando ai nostri popoli delle ragioni di speranza per il loro futuro”.Sir