Toscana
Forteto: commissione regionale in visita, vecchi soci disertano incontro
Seduta in trasferta, un lungo pomeriggio di audizioni: nella palazzina ristrutturata, area della cooperativa a pochi passi dal supermercato (chiuso, come ogni lunedì), sfilano prima i dipendenti ‘esterni’, cioè coloro che lavorano al Forteto, ma non sono soci, né vivono nella comunità: sono una quarantina, quasi tutti presenti; poi è la volta dell’audizione programmata con i soci lavoratori, 63 in tutto, ma della vecchia guardia non si presenta nessuno, se non sei degli undici soci qui classificati come ‘opponenti’, coloro cioè che hanno lasciato la comunità in disaccordo e, in alcuni casi, hanno denunciato. Aula vuota, nonostante i contatti presi dalla commissione nelle ultime settimane e gli avvisi affissi in sala mensa, come raccontano gli stessi ‘opponenti’: quello del presidente della cooperativa Palanti e quello della commissione regionale.
Infine, terza e ultima audizione, è la volta di alcuni membri del CdA della cooperativa, a cominciare dal presidente Ferdinando Palanti. Accanto a lui, il direttore Marco Aiazzi, nuovo manager nominato da poco più di un mese con il compito di ridisegnare, nell’arco di un anno, l’assetto e l’organizzazione del lavoro in azienda. Commissione regionale al completo: il presidente Paolo Bambagioni (Pd), i vicepresidenti Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle) e Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), i consiglieri Jacopo Alberti (Lega Nord), Stefano Mugnai (Forza Italia) e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra). Ci sono anche le consigliere del partito democratico Fiammetta Capirossi e Serena Spinelli. I lavori si chiudono poco prima delle venti, la programmata visita all’azienda agricola è rimandata. Quello che manca davvero, però, è il “vecchio” Forteto: non ci sono i lavoratori. Distanza anche fisica: i luoghi della comunità sono a due chilometri da qui. L’associazione aveva già risposto no alla richiesta d’incontro.
La seduta è comunque intensa, la commissione chiede, si confronta, vuole aggiungere nuovi elementi di conoscenza, alla ricerca concorde, soprattutto, di quel “segno di discontinuità che ancora non emerge con chiarezza”. I dipendenti esterni leggono un loro comunicato, in difesa del lavoro e contro le strumentalizzazioni. Di “delusione” parla il consigliere Alberti, che contesta loro “troppa chiusura nei confronti di una vicenda che ha visto coinvolti i vertici del Forteto” e ribadisce la necessità di un “forte cambiamento” come sola possibilità di salvezza. Il consigliere Mugnai chiede ai lavoratori “se credano o meno che i fatti emersi siano accaduti davvero” e invita a “inserire il legittimo interesse per il posto di lavoro in una vicenda più grande, che nessuno può mettere da una parte”. Il consigliere Sarti ricorda che la commissione “non è qui per fare un’indagine, ma per cercare di capire come possano essere avviati meccanismi per salvare i posti di lavoro. I danni – prosegue Sarti – li ha fatti chi ha commesso i reati”.
Il quadro cambia quando tornano a parlare quei soci lavoratori, che ora sono in contrapposizione con la comunità. Gino Calamai, Valentina Ceccherini, Elisabetta Falcione, Grazia Vannucchi, Flavio Benvenuti. Raccontano che Pezzati ha mantenuto la stessa stanza di quando era presidente, molti dei referenti sono condannati, spesso se li trovano a impartire disposizioni sul lavoro, spiegano. Denunciati che guidano denuncianti.
Questioni aperte, rivolte nel corso dell’ultima audizione al presidente Palanti, che parla di quello che è stato fatto e dei piani imminenti, in vista del rinnovo del CdA, previsto per la metà di aprile. La nomina di un manager esterno, Marco Aiazzi, “che ha carta bianca”; la decisione di spostare gli uffici della coop dalla comunità alla cooperativa, con la ristrutturazione e ammodernamento del supermercato; l’annuncio che Stefano Morozzi e Paolo Bianchi, due esponenti della vecchia guardia tuttora membri del CdA, hanno già comunicato la decisione di non ricandidarsi; l’intenzione di sostituirli con due soggetti esterni, mentre è giunta la richiesta di inserimento nel nuovo CdA di un rappresentante dei soci che sono usciti dalla comunità.
Il consigliere Donzelli chiede se Goffredi lavori ancora per la cooperativa e con quali mansioni, “perché i dipendenti ci dicono che non l’hanno mai visto al lavoro in cooperativa”. “Sì, è assunto in cooperativa a tempo indeterminato, lavora nei campi”, risponde il presidente Palanti. “Fiesoli, invece, quando sono arrivato non era più nemmeno socio, non l’ho neppure conosciuto”. Il consigliere rileva anche che, “come ha spiegato Palanti, la cooperativa dà in comodato gratuito all’associazione gli alloggi per i soci”. Anche secondo Andrea Quartini, forte discontinuità e commissariamento sono la soluzione da perseguire per salvare il Forteto: “Mi rendo conto che il compito non è facile: si tratta di dare segnali veri di discontinuità in una azienda che comunque, dal punto di vista economico, va bene. Con una crisi che in questa fase ci può stare, al di là della cattiva pubblicità generata dalle vicende giudiziarie. Qui la risposta da dare è anche di tipo morale – aggiunge Quartini –, oltreché economico. Ci sono le vicende giudiziarie: è vero che bisogna attendere il terzo grado di giudizio, ma ci sono anche già sentenze passate in giudicato. E siamo ancora in una situazione in cui quattro consiglieri di amministrazione su cinque sono stati chiamati a testimoniare dalla difesa degli imputati nell’ultimo processo”.
Il presidente Bambagioni ribadisce, anche al CdA della cooperativa la convinzione che sia “necessaria una maggiore discontinuità, in caso contrario sarà difficile togliersi di dosso le conseguenze di quello che qui è accaduto. Continueremo a lavorare alla ricerca della verità e per dare un contributo alla soluzione che possa portare la cooperativa del Forteto oltre questa terribile vicenda”.