Prima la firma del protocollo tra Regione e Comune di Livorno, alla presenza del sindaco Cosimi che è anche il rappresentante dell’associazione dei comuni toscani, documento che fa da apripista all’intesa con gli enti locali che aiuterà la legge toscana sulla partecipazione, la prima e unica in Italia, nella sua applicazione quotidiana non appena, nelle prossime settimane, sarà nominata l’Autorità. Poi l’intervista condotta dal giornalista Antonello Riccelli, sul palco di una delle discoteche più note della Versilia, all’assessore alle riforme istituzionali Agostino Fragai e al sindaco Umberto Buratti, da un anno alla guida del comune di Forte dei Marmi. Quindi una proposta concreta, avanzata dall’assessore: quella di aprire un processo partecipativo sul progetto della terza corsia dell&rsquo! ;A11, da Prato a Lucca.Scenario inconsueto, formula innovativa, domande del pubblico e diretta streaming sul sito www.regione.toscana.it. E’ iniziata così, alla Capannina di Forte dei Marmi, l’iniziativa sulla partecipazione organizzata dalla Regione Toscana che si prolungherà fino al pomeriggio. Non un convegno, almeno non un convegno secondo i canoni classici, ma l’occasione per fare il punto a sei mesi dall’approvazione della legge toscana e per buttare l’occhio a quello che succede oltralpe, a Berlino e in Costa Azzurra . Una giornata di istruzioni per l’uso. «Lo scopo della legge è quello di sperimentare ricorda l’assessore, durante l’intervista La legge che abbiamo approvato è una legge a tempo, che tra cinque anni dovremo decidere se rinnovare. Non detta un solo modello e lascia ampio spazio di interpretazione agli enti locali. Ma ha uno scopo preciso: quello di rimettere il cittadino al centro del dibattito, per rinnovar! e le istituzioni e il sistema democratico. E per questo abbiamo appunto bisogno di imparare anche dagli altri».Gli scettici temono che i processi partecipativi diventino solo un grande gioco di ruolo e che le decisioni vere e importanti continuino ad essere prese altrove. Altri sottolineano il paradosso del voler fissare regole per un processo spontaneo come la partecipazione. Il Censis, quattro anni fa, ha sottolineato peraltro lo scarso interesse delle istituzioni locali per gli strumenti della partecipazione. «Nel frattempo in Toscana abbiamo però approvato una legge risponde Fragai Non vogliamo assolutamente fare della partecipazione un balocco. I due town meeting che abbiamo organizzato dal 2006, prima per scrivere la legge, con 1000 cittadini consulenti che non sono costati niente, e poi sui ticket sanitari, sono state esperienze importanti. A Montaione c’è stato il dibattito pubblico sui destini urbanistici ! di Castelfalfi. Il comune di Prato ha deciso di aprire un perc! orso par tecipativo sul piano strutturale della città». «Non penso neppure aggiunge – che la nostra idea di partecipazione possa diventare un’operazione plebiscitaria: è più pericoloso parlare solo alla televisione, senza confrontarsi con la gente». Inevitabile una riflessione sui comitati e sulle 163 opere rilevanti che, sempre secondo il Censis, in Italia sono state bloccate. «La responsabilità confessa l’assessore – è anche della pubblica amministrazione, che usa a volte i comitati come foglie di fico per la propria incapacità di decidere». La legge sulla partecipazione vuole fornire un’alternativa. «Non vogliamo comunque mandare in soffitta i comitati, – spiega – ma solo trovare soluzioni con regole certe e tempi certi: sei mesi. I comitati conducono battaglie legittime e spesso anche utili. Quello che dobbiamo temere non è il confronto quanto le istituzioni arroganti, poche fortunatamente in Toscana, e i cittadini che pensano sempre di avere ragione». (cs-