Toscana

Formazione e fondi Ue: Toscana all’appuntamento con la riforma del sistema

In particolare, l’assessore è intervenuto sul tema delle politiche formative nella nuova programmazione dei fondi 2014-2010. «Il Fondo sociale europeo – ha detto l’assessore – è stato e continuerà ad essere lo strumento principale per quanto riguarda l’investimento sul capitale umano e quindi per le politiche formative, che costituiscono una parte importante delle attività finaziate dal programma operativo regionale del fondo. Non solo. In questi anni di crisi l’Fse è stato lo strumento principale che ha permesso la tenuta sociale, con gli interventi sulla cassa integrazione in deroga e per l’orientamento dei lavoratori e delle lavoratrici espulse dal mercato del lavoro. E’ uno strumento di cui non potremo fare a meno, nemmeno in futuro e per questo stiamo lavorando, sia nei confronti del governo nazionale che della commissione europea, per riuscire a determinare quanto prima i contenuti del nuovo programma regionale».

L’assessore ha sottolineato il fatto che, nonostante le performance della formazione professionale in Toscana siano migliori rispetto a quelli di altre regioni, la Regione ha deciso comunque di mettere mano ad una profonda riforma del sistema, con l’obiettivo di renderla più adeguata alle esigenze di competitività ed innovazione del sistema produttivo e più legata al fabbisogno dei territori. «I dati sulla formazione in Toscana – ha spiegato Simoncini – mettono in luce che la partecipazione e i risultati occupazionali sono migliori rispetto alla media nazionale. Ma la necessità di rendere la nostra economia più competitiva e reattiva rispetto alla crisi in atto ci ha spinto ad una riflessione che ha coinvolto tutti i soggetti del settore, con l’obiettivo di far fare al sistema della formazione professionale un salto di qualità ulteriore, legandolo sempre di più alle esigenze del sistema produttivo toscano. Dopo che il Consiglio Regionale avrà discusso il documento approvato qualche settimana fa dalla giunta, si aprirà il confronto con le parti sociali e con gli enti locali per arrivare alla definizione puntuale della proposta di legge».

Saranno i poli formativi territoriali il fulcro attorno al quale ruoterà il nuovo sistema toscano della formazione professionale. Questi centri di formazione regionale tematici, dovranno essere al centro di una rete che veda la sinergia fra istruzione tecnica e professionale, organismi di formazione, università e centri di ricerca ed innovazione, imprese e sindacati. «I centri formativi, su base territoriale – ha proseguito – saranno il punto di riferimento per un’offerta formativa stabile, in un’ottica di medio lungo periodo e su ambiti di intervento definiti in forte integrazione con le necessità del sistema economico toscano nelle sue diverse specializzazioni. A questo, che sarà il canale principale, si affianca un secondo canale, più legato alle esigenze del breve periodo, costituito dalla messa a bando delle attività di volta in volta necessarie a completare l’attività formativa dei poli. Un terzo canale, sarà, infine, quello dell’offerta da catalogo, riservata alla domanda individuale di crescita professionale dei singoli cittadini. I tre canali saranno parte integrante di un’unica offerta formativa pubblica, riconoscibile e trasparente, basata su una valutazione seria di fabbisogni e risultati».

Saranno quindi rivisti sia il sistema di governance della formazione pubblica, con l’obiettivo di affidare alla Regione la determinazione delle scelte programmatiche fondamentali attraverso una lettura dei fabbisogni espressi dai territori, sia le modalità di accreditamento degli organismi formativi, snellendo il carico burocratico ma accrescendo le garanzie per gli utenti e semplificando i controlli. A questi due temi, si aggiunge quello della certificazione delle competenze, che sarà sviluppato anche in sintonia con il sistema nazionale.