Toscana

FONDAZIONE MIGRANTES, «GLI EXTRACOMUNITARI DELL’EST EUROPEO NON MERITANO PIÙ QUESTO NOME»

“La nascita dell’Europa dei 25 può avere forti ripercussioni anche sul mondo della mobilità umana”. È quanto rileva la Fondazione Cei Migrantes in una nota pubblicata sull’ultimo numero del proprio settimanale d’informazione (Migranti-press), all’indomani dell’ingresso nell’Ue di 10 nuovi Paesi. “Gli extracomunitari della fascia dell’Est europeo – si legge nella nota – non meritano più questo nome e nemmeno quello di stranieri o di immigrati. Dal 1° maggio sono ‘comunitari’ come noi, concittadini di altri 458 milioni di europei, titolari di un diritto di libera circolazione anche ai fini del lavoro”. Per la Fondazione Cei, “banco di prova” di questo allargamento “sarà la libertà di circolazione della manodopera, circa la quale i provvedimenti già presi o in via di adozione da quasi tutti i 15 Paesi già membri dell’Ue non sono troppo incoraggianti: essi infatti stanno avvalendosi della facoltà di rimandare questa ‘liberalizzazione’ delle frontiere di 2 anni e poi di altri 3 anni, cui se ne possono aggiungere altri 2, per un totale di 7 anni: solo il 2011 sarà un termine invalicabile”. Tutta la materia, conclude Migrantes, “sembra presentarsi complessa ed effervescente. C’è da sperare che questi e altri problemi, come quelli del controllo delle frontiere esterne ora allargate, vengano affrontate nello stile ‘comunitario’, ossia in unità di intenti e di interessi fra vecchi e nuovi partner dell’Ue, così da prevenire la formazione di blocchi e favorire convivenza e collaborazione. Trattandosi poi di Paesi a larga maggioranza cristiana, è da auspicare un rafforzamento del dialogo ecumenico fra Ovest ed Est, così che l’Europa possa trovare più fiato per respirare a due polmoni”. Sir