Toscana

Fondazione Caritas al lavoro per accogliere i profughi in arrivo dall’Afghanistan

Persone che fuggono dall’incubo del regime talebano. Sono donne, uomini, bambini. Molte di queste famiglie hanno lavorato per le forze occidentali durante i vent’anni della missione interforze: persone che lavoravano nelle ambasciate con mansioni amministrative o che collaboravano con le imprese per sostenere la presenza italiana in Afghanistan.

Dopo i primi arrivi di oggi, altri sono attesi nei prossimi giorni. Passati dieci giorni di quarantena inizierà la fase vera e propria dell’accoglienza, con riferimento sia ai comuni ospiti che alle strutture utilizzate, che sarà comunque coordinata dai prefetti nell’ambito del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), il programma nazionale che già vede in Toscana la presenza di 1500 profughi da zone a rischio di vari Paesi.

«La Fondazione Caritas – come spiega Marzio Mori, responsabile dell’area marginalità e migranti della Fondazione Caritas – è pronta a fare la sua parte. L’idea è quella di utilizzare alcune strutture di proprietà delle parrocchie, della diocesi o della stessa Caritas».