Cultura & Società
Florence e tutte le altre, 8 marzo a Firenze con le donne di Santa Croce
E in questi giorni sono arrivate persino da Kyoto e si sono presentate nel chiostro di Santa Croce portando ciascuna una rosa. Accade ogni anno. In questo modo una novantina di neo diplomate alla Rakuwakai Kyoto kosei gakko, nota scuola giapponese per infermieri, ha reso omaggio a Florence Nightingale. La donna che a Londra, nel 1860, ha fondato la prima scuola di infermieristica al mondo – e deve il suo nome al fatto di essere nata a Firenze – ha il suo elegante monumento proprio all’ingresso del chiostro. Davanti a Florence le giovani giapponesi si sono fatte selfie e foto, mentre ai suoi piedi hanno appoggiato, in una lunga fila, decine di rose.
E a proposito del ruolo femminile l’Opera di Santa Croce, antichissima istituzione a cui è affidata la cura e la valorizzazione del complesso monumentale, da quindici anni è guidata da donne. La sua presidente attuale è Irene Sanesi, economista della cultura.
Chi sono le donne di Santa Croce? Prima di tutto innovatrici di spiritualità, umili e forti. Come la beata Umiliana de’ Cerchi, la prima terziaria francescana di Firenze, punto di riferimento spirituale della parte guellfa e del popolo. Come Vaggia Manfredi, immortalata da Taddeo Gaddi, nel ruolo di solito assegnato al committente uomo dell’opera, nell’Albero della vita affrescato nel Cenacolo, o come suor Maria Celeste, la mistica figlia di Galileo Galilei che lo stesso padre definisce donna di esquisito ingegno e singolar bontà.
In Santa Croce è custodita la memoria di intellettuali intelligenti e piene di fascino. Luisa Stolberg Gedern, tedesca, prima moglie di Carlo Edoardo Stuart e poi compagna di Vittorio Alfieri. Luisa, dopo il ritorno a Firenze dalla Francia, darà vita a uno dei salotti letterari più popolari della città. Zofia Czartoryskich Zamoyska, esule polacca, cantante e musicista., celebrata come una delle donne più belle d’Europa e morta giovanissima (il suo monumento funebre è una delle ultime opere di Lorenzo Bartolini). Personaggi di primo piano frequentavano il salotto di Charlotte Bonaparte, donna irresistibile e dal destino tragico, che riuscì a conquistare perfino l’amicizia del riservato e timido Giacomo Leopardi. Anche per lei il monumento funebre è di Lorenzo Bartolini.
La passione per gli ideali risorgimentali e una eccezionale capacità di tessere relazioni contraddistinguono la personalità di Emilia Toscanelli Peruzzi, moglie di Ubaldino Peruzzi che fu sindaco negli anni di Firenze capitale d’Italia. Il salotto rosso di Emilia, così definito per il colore della tappezzeria, divenne uno dei più importanti luoghi d’incontro del Paese.
Il genio delle donne è celebrato dalla presenza di Felicie De Fauveau, la prima scultrice a vivere della propria arte. Visse tra Firenze e la Francia, la sua casa-studio nell’ex convento di Santa Elisabetta delle Convertite, divenne una vera e propria meta artistica per i viaggiatori stranieri del Grand Tour. In Santa Croce si trova una sua opera dai movimenti leggiadri: il sepolcro dedicato alla poetessa delle Indie Occidentali Louise de Favreau, morta a diciassette anni. Creative e appassionate: queste le caratteristiche di altre donne che hanno il monumento funebre a Santa Croce: la poetessa Fortunata Sulgher Fantastici, la diva dell’opera Virginia De Blasis, l’artista Ida Botti Scifoni, protetta di Matilde Bonaparte.