Toscana
Fism, una rete di scuole a servizio dell’infanzia
di Nicoletta Benini
Il Palazzo degli Affari in Piazza Adua a Firenze ha fatto da cornice al convegno organizzato, sabato 15 marzo, dalla Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) della regione Toscana, sul tema «Una rete di scuole a servizio dell’infanzia». Un tema quanto mai attuale e capace di attirare molti addetti ai lavori, educatori, docenti, coordinatori dell’attività educativa e didattica; un tema che segna il cammino fatto e quello che ancora la Fism vuole fare. Ha aperto i lavori il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago che ha espresso gratitudine per il servizio della Fism verso i più piccoli e le loro famiglie e il fatto «di riconoscersi rete è il fondamento dell’ispirazione comune cristiana in riferimento al Vangelo e all’invito di Gesù di essere una cosa sola».
Ha preso poi la parola Cesare Angotti, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, che, dati alla mano, ha fatto un quadro molto chiaro e realistico del grande servizio che le scuole paritarie offrono al Paese e, di conseguenza, che il sistema scuola italiano andrebbe al collasso senza la loro presenza che ricopre attualmente l’11,8% dell’intera popolazione scolastica. Inoltre il direttore Angotti ha sottolineato quanto nelle scuola paritarie cattoliche l’offerta formativa sia di qualità, ci sia l’attenzione al singolo alunno anche di diversa cultura e religione, siano scuole che mantengono equilibrio tra fede e cultura, aperte all’innovazione e attente alle normative in atto così come dimostra anche il presente impegno sulle nuove indicazioni per il curricolo; unica nota dolente il fatto di avere ancora un’emarginazione economica che penalizza oltre un milione di famiglie.
Dopo l’intervento del presidente Leonardo Alessi, sono seguiti quelli del vice ministro della pubblica istruzione Mariangela Bastico che ha evidenziato il cammino fatto dal Governo uscente e gli impegni per un futuro che sicuramente deve proseguire negli obiettivi raggiunti a favore di un sistema integrato di istruzione, a favore di maggiori servizi a supporto della prima infanzia che vanno ben oltre le classi primavera’ in una visone di rete e di collaborazione continua. Dello stesso parere Gianfranco Simoncini, assessore all’istruzione della Regione Toscana il quale ha messo in luce i grandi investimenti in risorse umane ed economiche che la Regione ha fatto e continuerà a fare nel settore infanzia e prima infanzia proprio a sostegno delle scuole e delle famiglie. Daniela Lastri, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze, ha sottolineato quanto il sistema integrato tra scuole statali e paritarie abbia dato ottimi risultati in termini di servizi e di una qualità dell’offerta formativa che comunque dovrà sempre più migliorare.
Infine suor Carmela Prèncipe, presidente della Fidae regionale, e Delio Vicentini, responsabile nazionale del coordinamento pedagogico della Fism, hanno rispettivamente illustrato i grandi risultati di un profondo e responsabile lavoro in rete tra le diverse associazioni del mondo scuola alla luce dei documenti della Chiesa e di quanto il coordinamento serva a potenziare l’identità e l’originalità di ciascuna scuola al fine di un confronto dinamico e costruttivo.
Nel pomeriggio i coordinatori Fism Marco Bonci di Arezzo, Lucia Accardi di Firenze, Elisabetta Papucci di Prato e Pietro Reghenzi di Brescia hanno presentato esperienze significative. Le conclusioni sono state affidate al moderatore dei lavori Mario Monti Guarnieri della Fism Toscana.
Cosa significa oggi per la FISM questa rete di scuole?
«Questo è un momento molto importante per la nostra Federazione con questa rete di scuole che lavorano insieme in un cammino comune di valori e di prospettive, con diverse iniziative a livello operativo e di coordinamento. Inoltre tra gli obiettivi urgenti quello ancora di raggiungere nel nostro Paese la reale parità scolastica perché ci sono più di un milione di famiglie che non devono più essere discriminate per un fattore economico».
Per il mondo cattolico e civile sono momenti tristi per la scomparsa di una grande figura di educatrice, Chiara Lubich, cosa si sente di dire a questo proposito?
«La Fism si riconosce nella figura di questa grande educatrice secondo il carisma che Dio le ha donato e che l’ha resa modello ispiratore. Dovremmo studiare forme e modi affinché grandi figure come Chiara Lubich non lascino buchi neri, ma trovino figure che con la stessa serietà e passione portino avanti questi cammini educativi di grande responsabilità».
Anche lei dunque è d’accordo con l’attuale «emergenza educativa» che sta vivendo la nostra società?
«Questa è un’emergenza che riguarda tutti e ci chiama tutti ad un maggiore impegno, seguendo le parole del Santo Padre nella Lettera alla Diocesi di Roma che per me è veramente un documento che i nostri docenti ed educatori dovrebbero fare propria».