Arte & Mostre
Firenze, vai al supermercato e «abbracci» il Battistero
E infine restauro fu, o almeno così si spera! Tutto grazie ad un coraggioso esperimento di «crowd founding» (raccolta fondi popolare) su ampia scala. A goderne i benefici sarà una pregiatissima opera d’arte: il Battistero di Firenze. Dedicato a san Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, esso sorge di fronte al duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni. Secondo le più recenti ricerche, le origini del Battistero risalirebbero addirittura al IV-V secolo d.C., durante il primo Medioevo.
Dopo l’ultimo intervento di «manutenzione esterna», conclusosi circa 70 anni fa (1938-1944), per questo edificio dall’immenso valore artistico è nuovamente tornato il momento di sottoporsi alle cure degli esperti restauratori. In realtà, la prima fase dell’intervento è stata avviata già nel gennaio 2014, sotto la direzione dell’Opera di Santa Maria del Fiore (la onlus fiorentina che tutela, promuove e valorizza il patrimonio artistico della cattedrale di S. Maria del Fiore e di altri monumenti e fabbricati di pregio artistico e culturale), cui spetta anche l’onere di provvedere all’intero finanziamento dell’operazione, per un costo totale di un milione e ottocentomila euro. In quella data, dunque, è iniziato un primo intervento conservativo, teso a eliminare dalle otto facciate esterne del Battistero gli strati di incrostazioni nere e i depositi di sostanze inquinanti, oltre a consolidare e ridefinire gli elementi marmorei degradatisi nel tempo.
In dirittura d’arrivo per l’estate. La fine dei lavori è stata prevista per l’estate 2015. Ma si sa che le risorse finanziarie spesso non hanno il potere di auto-alimentarsi, soprattutto di questi tempi. Così, all’Opera di S. Maria del Fiore la cosa più normale era sembrata quella di integrare i fondi disponibili ricorrendo ai contributi di eventuali sponsor, con l’idea di «affittare» loro le facciate esterne del cantiere per affiggervi dei cartelloni pubblicitari. Operazione sicuramente vantaggiosa sotto il profilo economico, ma abbastanza discutibile sotto il profilo estetico, dato che in questo modo le opere da restaurare finiscono per essere letteralmente «impacchettate» con enormi immagini pubblicitarie del tutto estranee al significato e al valore artistico dell’opera stessa. Difatti, il Comune si è messo di traverso, negando la necessaria autorizzazione ed auspicando soluzioni differenti. Detto, fatto.
La forza del supermercato. Ci ha pensato la Unicoop Firenze con l’iniziativa «Abbraccia il Battistero», una raccolta fondi popolare rivolta a tutti i clienti del supermercato, che possono fare una donazione alle casse di tutti punti i vendita della catena di distribuzione, oppure ad appositi banchetti che saranno allestiti all’interno dei supermercati stessi. Altro modo per dare una mano: donare soldi attraverso i punti fedeltà della carta socio che sono stati accumulati con la spesa. L’offerta minima richiesta è di 5 euro. Dunque alla portata di ogni tasca. Ai soci Coop saranno offerte anche delle visite guidate con lo sconto al Battistero da 10 euro anziché 30. E se il contributo supererà i 10 euro, l’Archivio dell’Opera del Duomo assicura l’iscrizione nel registro dei benefattori.
A fronte di tutto questo, la Unicoop non ha preteso di affiggere pubblicità di tipo commerciale all’esterno del Battistero. «È la strada giusta da seguire – ha commentato il sindaco di Firenze Dario Nardella – : una campagna in cui si coinvolgono i cittadini senza dover passare da una commercializzazione bieca del bene culturale». «L’operazione Coop va nel senso che noi avevamo indicato fin dall’inizio – ha spiegato ancora il sindaco – c’è modo e modo per supportare con l’intervento dei soggetti privati il restauro delle nostre opere. Questo è ben diverso dal mettere un cartellone sul battistero con sopra una bella signora con la borsa in mano». Insomma, un invito al «mecenatismo popolare» per riscoprire la proprie radici culturali ed approfondire la conoscenza della propria città. Non c’è che dire, un esempio d’interazione civico-commerciale a favore della cultura, un modo intelligente di coinvolgere i cittadini nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico senza pesare troppo su nessuno. E alla fine, ci guadagnano tutti.