Toscana

Firenze: Tra Domenici e Valentino fioriscono le liste civiche

Si avvicina il termine ultimo per la presentazione delle candidature per le elezioni comunali e provinciali del 12 e 13 giugno. Ultimo appello sabato 15 maggio entro le ore 12. Prosegue l’itinerario iniziato da Toscanaoggi nelle realtà toscane coinvolte nel voto. Dopo Arezzo (n. 14), Livorno (n. 15) e Prato (n. 17) questa settimana tocca al capoluogo regionale Firenze, impegnata su entrambi i fronti, Comune e Provincia. Nella nostra regione sono impegnati nel voto 222 comuni su 287 e 8 province su 10 (sole escluse Lucca e Massa Carrara). Se nessuno dei candidati dei comuni oltre 15 abitanti e delle province dovesse superare al primo turno la soglia del 50% sarà necessario ricorrere al ballottaggio previsto il 27 giugno.di Riccardo BigiProbabilmente si augurava che fosse più tranquilla, il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, la sua navigazione verso l’obiettivo della rielezione e del secondo mandato al timone di Palazzo Vecchio. La sua campagna elettorale è tutta puntata sulle cose fatte, sugli obiettivi raggiunti in questi cinque anni: i cantieri aperti per dare un nuovo volto alla città dopo anni di immobilismo, il recupero di un ruolo nazionale e internazionale per Firenze, l’attenzione alle politiche sociali. Per far conoscere i risultati della sua amministrazione, Domenici ha addirittura fatto stampare un libro, «Una città che fa le cose». I progetti firmati dai grandi architetti, la nuova stazione, la tramvia, i Grandi Uffizi, il grande parco che nascerà con l’interramento del viale Belfiore, i nuovi insediamenti a Novoli: realizzazioni di cui si parla da anni, in molti casi avviate già dai predecessori di Domenici, e di cui finalmente si inizia a intravedere il traguardo.

Sulla sua rotta però il sindaco uscente sta trovando anche alcuni scogli. Il primo è un certo malcontento strisciante, che si respira in città: i cantieri aperti sono una garanzia per il futuro, ma al presente significano soprattutto disagi e fastidi. Senza contare le polemiche nate intorno alla Fortezza da Basso, dove sopra il parcheggio sotterraneo sono spuntate alcune strutture in cemento armato che coprono le antiche mura, e che probabilmente dovranno essere demolite. Le politiche sociali poi devono fare i conti con un bilancio comunale sempre più risicato, e i servizi ai cittadini, se non peggiorano, certo non appaiono migliori. Per non parlare del telepass a pagamento necessario per entrare nel centro storico e del nuovo sistema di «sosta controllata», ormai esteso a tutta la città, che in pratica vuol dire parcheggi a pagamento ovunque: due provvedimenti che hanno incontrato le critiche di automobilisti, pendolari, negozianti. Questi temi, oltre all’emergenza casa, al degrado delle piazze storiche, all’eterno problema del traffico, sono gli argomenti con cui i partiti del centrodestra stanno cercando di mettere un freno alla corsa di Domenici per costringerlo, quanto meno, al ballottaggio che riuscì ad evitare cinque anni fa.

Il nome su cui ha deciso di puntare la Casa delle Libertà è Domenico Valentino: l’ex soprintendente ai beni artistici ha fatto più volte parlare di sé, al di là del suo incarico, per le battaglie contro il degrado non solo architettonico e urbanistico, ma anche sociale e ambientale delle piazze e delle vie cittadine, come quando denunciò il sindaco Domenici per l’abbattimento degli alberi a Porta Romana. Alla fine quindi i partiti del centrodestra, dopo aver accarezzato ipotesi più altisonanti, hanno scelto un uomo che quanto meno conosce bene Firenze, sia da un punto di vista culturale che amministrativo.

L’altro scoglio sulla rotta di Domenici è quello delle liste civiche: un fenomeno non nuovo, a Firenze, dove i concorrenti per la carica di primo cittadino sono sempre stati molti: nel 1999 erano addirittura 12. Quest’anno saranno probabilmente meno, ma appaiono più agguerriti. Vale la pena segnalare innanzitutto Franco Cardini, storico e scrittore, che proprio dalle pagine del nostro settimanale ha annunciato alcune settimane fa la sua disponibilità a candidarsi alla testa di due liste civiche: una candidatura, ha spiegato, che vuole essere la «riscossa della gente» nei confronti di una politica gestita dalle segreterie dei partiti, nei confronti dell’arroganza di chi governa la città e dell’incapacità delle opposizioni. A sinistra di Domenici si colloca invece la lista «dei professori», il movimento nato in ambiente universitario che ha scelto di mettersi in proprio rispetto al centrosinistra indicando come candidato Ornella De Zordo, docente di letteratura inglese: sul suo nome confluiranno anche i voti di Rifondazione Comunista. Tra i candidati a sindaco, poi, ci sarà anche l’avvocato Luca Saldarelli, indicato da uno schieramento laico-socialista che fa capo al «Gruppo dei 101».Provincia: Renzi-Tondi, la sfida dei trentenniIl voto per la Provincia di Firenze almeno offre una garanzia: durante la campagna elettorale non ci saranno risse. I due candidati principali, entrambi alla soglia dei trent’anni, sono buoni amici e provengono, anche se con percorsi diversi, dal mondo cattolico.

Il centro sinistra punta su Matteo Renzi, già segretario provinciale della Margherita: si troverà di fronte Federico Tondi, segretario provinciale dell’Udc. «Conosco personalmente Tondi e lo stimo – commenta Renzi. – Sono contento che la mia controparte politica abbia scelto lui come candidato: sono sicuro che insieme daremo vita ad una campagna elettorale seria dove potremo parlare di contenuti in un confronto civile e costruttivo, senza i toni urlati di una politica fatta di inciuci. Con i nostri nomi il mondo cattolico fiorentino dimostra di poter offrire ai vari schieramenti delle figure credibili e di rilievo».

I compiti affidati all’amministrazione provinciale, afferma Renzi, «Seppur considerati da qualcuno come minori rispetto a quelle comunali e regionali, sono assai rilevanti perché riguardano il futuro: scuola, formazione, ambiente, rifiuti sono temi che concernono lo sviluppo del territorio». Anche secondo Tondi «la sfida della Provincia non deve passare in secondo piano: il ruolo dell’amministrazione provinciale è essenziale per risolvere ad esempio il nodo della mobilità, delle politiche ambientali, della tutela del territorio. Su questi temi i singoli comuni non possono fare da soli».

«Da parte mia – prosegue il candidato del centrodestra – sono un moderato nella forma, ma determinato nel portare avanti valori e ideali. I nostri toni saranno sempre pacati e rassicuranti, ma anche fermi nel promuovere i temi che ci stanno a cuore, primo fra tutti quello della famiglia».

Europee, 23 liste per 15 seggiOltre alle comunali e alle provinciali, il 12 e 13 giugno in Toscana – come nel resto d’Italia – si vota anche per le europee. E molti dei «big» della politica italiana scendono in campo anche nella circoscrizione – Italia centrale – di cui fa parte la nostra regione. I posti disponibili sono 15 – contro i 17 di cinque anni fa – e saranno eletti dai cittadini di Lazio, Marche, Umbria e Toscana. Ben 23 le liste presentate. Da ricordare che alle europee si vota con il sistema proporzionale, con la possibilità di esprimere 3 preferenze (invece di 2 come nel ‘99). Vediamo alcune candidature. Per quanto riguarda Forza Italia capolista sarà Silvio Berlusconi. Insieme a lui correranno altri quattro toscani: gli uscenti Paolo Bartolozzi e Enrico Ferri, il sindaco di Lucca Pietro Fazzi e Francesca Scopelliti di Grosseto. L’Udc presenta come capolista Carlo Casini, leader del Movimento per la Vita. Gianfranco Fini sarà capolista per Alleanza nazionale e correrà con lui per Strasburgo il ministro dell’ambiente Altero Matteoli. Passando al centrosinistra, la lista Uniti per l’Ulivo – unione di Ds, Margherita, Sdi e repubblicani europei – ha come capolista l’inviata Rai Lilli Gruber. I Ds puntano poi sull’uscente Guido Sacconi, mentre la Margherita sul deputato Lapo Pistelli. Tra le fila dei rutelliani anche Massimo Toschi, consulente di Claudio Martini per la cooperazione internazionale. L’Udeur–Alleanza popolare presenta come capolista il segretario Clemente Mastella. Insieme a lui il professor Fabrizio Fabbrini. Fausto Bertinotti sarà il capolista di Rifondazione comunista, mentre i Verdi presentano l’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci e il capogruppo in Consiglio regionale Fabio Roggiolani. I Comunisti italiani schierano il segretario nazionale Oliviero Diliberto e il vignettista toscano Vauro. La lista Di Pietro–Occhetto presenta Pancho Pardi, uno dei leader dei «girotondini».Franco Cardini, ecco perché mi candido a sindaco di FirenzeI Vescovi toscani sulle prossime elezioni: un’occasione per risvegliare le coscienzeVerso le elezioni: giochi ancora aperti per le candidature