L’Ufficio Cultura dell’Arcidiocesi di Firenze presenta il ciclo di incontri dal titolo: “Il pinnacolo del tempio. Salvezza e potere”. Il tema viene affrontato dalla prospettiva cattolica e laica attraverso l’intervento di filosofi, storici, biblisti e teologi. Il ciclo vuole riflettere sul modo in cui il messaggio di salvezza del cristianesimo si è espresso, confrontandosi con le diverse forme del potere terreno, e su come oggi sia possibile pensare questo rapporto, soprattutto di fronte ad un mondo sempre più autoreferenziale.Gli incontri si svolgono all’Istituto degli Innocenti (Piazza della SS. Annunziata – ore 19.15), secondo il seguente calendario: 16 Marzo: Salvezza e potere. Una riflessione biblica (Luca Mazzinghi Antonio Pitta24 Marzo: Fede e opere. Una questione della modernità (Gianni Colzani Ubaldo Fadini21 Aprile 2009: Dio, il potere e le donne. Una riflessione al femminile (Cettina Militello Gabriella Bruna ZarriDario Antiseri Aldo SchiavoneFranco Giulio Brambilla). Con questo nuovo ciclo di incontri – ha dichiarato don Alfredo Jacopozzi, direttore dell’Ufficio Cultura – la Chiesa di Firenze vuole rinnovare il suo stile di ascolto, discernimento e attenzione ai grandi temi che segnano la nostra tradizione culturale, nella quale il cristianesimo e la sua riflessione teologica hanno ancora molto da dire e da proporre per la sua rivitalizzazione”. “Affascinanti quanto enigmatiche le scene della tentazione di Gesù nel vangelo di Matteo – scrive Jacopozzi nella presentazione del tema degli incontri. La chiave di composizione del brano è da cercare nelle citazioni bibliche tratte dal Deuteronomio con le quali Gesù costruisce la sua difesa contro il tentatore. Nella seconda scena, sul pinnacolo del Tempio, Gesù, invitato a gettarsi giù, cita un testo (Dt 6,16) che si riferisce al peccato di Massa, luogo in cui Israele aveva preteso un immediato segno miracoloso da parte di Dio. Gesù respinge in questo modo la tentazione di un messianismo magico, sensazionale, pubblicitario, da star dei prodigi (G. Ravasi). Il testo evangelico offre l’occasione per riflettere sulle dinamiche sempre possibili di una salvezza come orizzonte spirituale, tentata di appiattirsi nelle maglie di un potere che la renda ammaliante, straordinaria, di successo. Una salvezza che si muove tra la consapevolezza di essere segno irrinunciabile dell’autorità e del potere, appunto salvifico, di Dio e le possibili commistioni con le forme del potere umano, con le sue derive disumanizzanti, anche nell’esercizio delle strutture sostanziali dell’agire salvifico della Chiesa: dottrina, sacramenti, sacerdozio, opere. Di questa salvezza è possibile ancora parlare e in che termini? In quali declinazioni del potere? Con quali effetti su un uomo che sente sempre più imprescindibile la sua autonomia? Il nuovo ciclo di conferenze vuole affrontare questa relazione profonda e reale che ha caratterizzato e continua a influenzare la figura del nostro occidente cristiano. (cs)