Vita Chiesa
Firenze, sobrietà e bellezza per la Messa del Papa allo Stadio
«Dobbiamo dare un’immagine di sobrietà dal punto di vista dei materiali e di quello che offriamo per questa celebrazione, però anche una dignità che sia coerente con la storia di questa città. E poi vogliamo mettere a disposizione alcune espressioni di bellezza che, grazie anche alla generosità di alcune persone e di alcune istituzioni, ci è possibile condividere per il momento della celebrazione con il Papa».
Così il cardinale Giuseppe Betori ha illustrato l’organizzazione della celebrazione eucaristica che Papa Francesco presiederà allo Stadio di Firenze il prossimo 10 novembre, durante la sua visita al Convegno ecclesiale nazionale. L’Arcivescovo di Firenze ha messo in risalto la presenza, sul palco di 35 metri addossato alla Curva Fiesole, che fungerà da presbiterio, di alcune opere d’arte importanti: a partire dal grande crocifisso trecentesco di scuola dell’Orcagna (messo a disposizione dalla famiglia Ersoch )fino all’Annunciazione di Antonio Berti (offerta dalla Fondazione Berti). Un’opera dell’antichità fiorentina accanto a un’opera del Novecento, per dire – ha sottolineato Betori – che il legame tra la bellezza e il sacro attraversa ogni epoca.
La «sede» su cui siederà il Papa durante la celebrazione sarà quella della Cattedrale di Santa Maria del Fiore; un’opera lignea quattrocentesca, concessa per l’occasione dall’Opera del Duomo, di severe forme rinascimentali, che la tradizione vuole sia stata la sede di Sant’Antonino Pierozzi.
Per gli altri arredi, paramenti e oggetti sacri si sono resi disponibili l’artista orafo Paolo Penko, le manifatture della ceramica di Montelupo, l’Antico Setificio Fiorentino che ha realizzato casula e mitra per il Papa, in damasco con gigli e croci. Il camice per il Santo Padre invece sarà eseguito dalla madre di un giovane prete fiorentino sul modello del camice che Paolo VI indossò a Firenze nella Messa da lui celebrata in Cattedrale nella notte di Natale del 1966. Vescovi e cardinali concelebranti avranno casule ornate con un ricamo (su disegno di un prete fiorentino, don Simone Pifizzi) che riproduce la croce di san Zanobi. L’altare per la Messa invece sarà in legno, realizzato appositamente per l’occasione dai detenuti del carcere fiorentino di Sollicciano. A realizzare l’ambone da cui sarà proclamato il Vangelo, invece, saranno i ragazzi del laboratorio di falegnameria di Villa Lorenzi, struttura fiorentina impegnata nella lotta al disagio giovanile. A eseguire i canti, accanto al Coro della Cattedrale diretto da Michele Manganelli (a cui si uniranno le corali parrocchiali, per un totale di oltre mille cantori) ci saranno anche orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino. Ci saranno brani di Mozart, ma anche del fiorentino Domenico Bartolucci, compianto direttore della Cappella Sistina. E ancora, oltre quattrocento tra diaconi e ministri straordinari della Comunione, per distribuire l’eucaristia alle oltre cinquantamila persone che saranno presenti allo Stadio, oltre alle seimila previste nel vicino stadio Ridolfi.
Firenze dunque offre al Papa e al Convegno ecclesiale nazionale, per la Messa, tutto il meglio della sua identità di città che tiene insieme arte e carità, ricerca del bello e attenzione alla persona umana.