Vita Chiesa

FIRENZE, MONS. BETORI SU CORPUS DOMINI: GRAZIE AI FIORENTINI CHE HANNO CAPITO IL VERO SIGNIFICATO DELLA FESTA

Alcune migliaia di fiorentini hanno partecipato ieri sera alla festa del Corpus Domini il Duomo con la solenne concelebrazione eucaristica e poi sfilando in processione dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore alla basilica di Santa Maria Novella. E’ stata la prima volta a Firenze per l’arcivescovo monsignor Giuseppe Betori. Quelle che seguono sono le sue impressioni: “Vorrei rallegrami con i fiorentini che hanno capito molto bene il vero significato del Corpus domini partecipando in gran numero a questa nostra festa di ieri sera. Il suo senso è quello antico di dire la nostra fede nella presenza reale di Cristo nel pane e nel vino consacrato nella Santa Messa. D’altra parte il fatto che essa culmini con una precessione che attraversa la città vuole anche significare che questo “Mistero eucaristico” non è soltanto un mistero interno alla Chiesa, ma un mistero che ha degli effetti sulla vita sociale: in questo senso l’Eucarestia, nel suo significato più profondo di dono di Cristo per noi, diventa il motore del dono del cristiano verso gli altri e quindi verso la società e la città”.Cosa può significare oggi questo gesto?“Io direi innanzitutto il superamento di una Chiesa che, magari perché ripiegata su se stessa o perché spinta da un certo mondo culturale, potrebbe essere tentata a chiudersi e a celebrare la fede soltanto riservatamente, mentre invece la fede ha in sé una carica testimoniale che non può essere mai taciuta. Da questo punto di vista direi che quanto accaduto è uno stimolo ad una presenza sociale del mistero cristiano che mi sembra molto significativa oggi. Dall’altra direi, in merito al contenuto stesso della celebrazione, già nella omelia ho cercato di mettere in luce il significato del sacrificio del Cristo come espressione del dono della sua vita perché noi potessimo entrare nella unità di vita con Dio. Da questo punto di vista credo che lo stimolo che viene dall’Eucarestia sia fattivamente anche quello di essere un fermento all’interno della società per poter attraverso il dono di noi stessi essere elemento di cambiamento della società stessa secondo il dono di Dio”.Cosa ha provato nell’incedere per la città con l’ostensorio?“Uno spettacolo affascinante: la bellezza della città si manifesta in ogni suo angolo, ma devo dire che più ancora mi ha meravigliato la presenza delle persone ai lati della strada, perché, se dovevo presumere una fede nell’Eucarestia in coloro che camminavano con me davanti e dietro all’ostensorio con l’Eucarestia, è anche vero che intorno a me ho visto tanta gente segnarsi con il segno della croce, alcuni addirittura inginocchiarsi. No, non era gente indifferente, certo c’erano anche gli indifferenti, ma in larga parte non lo erano: erano uomini,donne e bambini che reagivano con i segni semplici della fede, quella che contrariamente al pensiero di molti è ancora ben radicata nel segreto del cuore del popolo italiano e della nostra Firenze”.