Vita Chiesa

FIRENZE, MONS. BETORI SCRIVE ALLE FAMIGLIE: C’E’ URGENZA DI PRETI, FAVORITE LE VOCAZIONI

È dedicata alla figura del sacerdote la lettera che l’Arcivescovo Giuseppe Betori ha scritto quest’anno alle famiglie della Diocesi di Firenze (testo integrale), e che sarà consegnata dai sacerdoti che in questi mesi che precedono la Pasqua visitano le case per la tradizionale benedizione. In occasione dell’«Anno sacerdotale». Betori ha scelto di affrontare questo tema «guardando – scrive – non solo alla dottrina ma facendo tesoro anche della mia esperienza di sacerdote», e confidando anche nel fatto che «la maggior parte di voi abbia potuto sperimentare nella propria vita la vicinanza di un prete come un dono di grazia del Signore, orientamento e sostegno per la vostra vita». Rivolgendosi alle famiglie, l’Arcivescovo ricorda prima di tutto che «è nella famiglia che matura l’ascolto della voce del Signore che porta un ragazzo, un giovane a scoprire che proprio questo egli vuole da lui: farsi suo servitore come pastore del popolo di Dio».«È perciò importante – prosegue – che le nostre famiglie siano grembo accogliente delle vocazioni sacerdotali». Chi è il prete? A questa domanda l’Arcivescovo risponde definendolo anzitutto come «un uomo di Dio, un uomo che “sta” con Gesù», e sottolineando quindi che c’è «un’urgenza per i nostri preti a ricentrarsi sulla propria dimensione interiore, sul loro rapporto con Gesù Cristo, sulla loro vita di fede anzitutto». Anche le famiglie, afferma Betori, possono favorire la dimensione spirituale dei preti chiedendo loro, prima ancora che un sostegno umano, una «testimonianza di trascendenza che ci aiuti a percepire il cielo in terra, l’orientamento verso l’eterno nei nostri giorni quotidiani». Il prete, prosegue ancora l’Arcivescovo, ha il compito di perpetuare nel tempo «il volto di Gesù pastore del suo popolo». Sottolineando però che di questa realtà i sacerdoti sono solo un segno: «la loro umanità e la loro fragilità non è cancellata», ricorda Betori, chiedendo quindi «uno sguardo di comprensione e di perdono». Tra i compiti del sacerdote, l’Arcivescovo di Firenze mette al primo posto «l’esercizio della Parola». Il prete deve «divulgare con fedeltà la verità del Vangelo, annunciandola e istruendo in essa quanti gli sono affidati». Predicazione, catechesi, esortazione, insegnamento spirituale: sono questi i compiti che Betori ricorda, compiti sempre più gravosi «in un mondo oggi assai lontano da un contesto culturale conforme alle istanze evangeliche, sempre più preda della mutevolezza e della varietà delle opinioni, vittima della rinuncia alla verità». L’arcivescovo poi ricorda l’amministrazione dei Sacramenti: «Tutte le stagioni della vita sono segnate dalla presenza del sacerdote, dalle cui mani rifluisce su di noi il dono della grazia divina». E ancora, altro elemento della vita sacerdotale è «l’attenzione dei preti ai problemi concreti della gente e delle comunità, diventando essi promotori non solo di vita religiosa ma anche culturale e sociale». L’ultima richiesta che l’Arcivescovo di Firenze rivolge alle famiglie della diocesi è quella della preghiera per i sacerdoti e in particolare per le vocazioni, «perché sia sorretto il coraggio della risposta nei giovani che il Signore chiama a questo sacro ministero».