“Un’economia che ha perso l’uomo come sua misura si rivolta contro gli uomini e mostra tutte le sue potenzialità distruttive della convivenza e dello sviluppo e la sua fondamentale incapacità a governarsi da sola, preda invece delle sue stesse contraddizioni”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze mons. Giuseppe Betori, nell’omelia pronunciata stasera in cattedrale, a Firenze, nella messa di fine anno. “Un’umanità – ha aggiunto l’arcivescovo – che ha fatto del benessere e del progresso a tutti i costi i propri criteri di qualità, tocca così con mano come l’emarginazione o persino l’eliminazione della dimensione spirituale non abbia favorito la crescita ma abbia condotto in un vicolo cieco, in cui si fa strada per non pochi il dramma della perdita del lavoro”. “E non possiamo tacere, guardando alla nostra società – ha proseguito Betori – come la sete smodata di potere e di denaro abbia inquinato ulteriormente i processi politici e sociali della convivenza nazionale. Anche nella nostra città si sente l’esigenza di far valere di più le ragioni del bene comune con una concorde assunzione di responsabilità. Mai come oggi sembra necessario un sussulto di eticità e di spiritualità”.Altrettanto negativo ha proseguito mons. Betori – sembra dover essere anche il bilancio sul versante della sicurezza del mondo. Troppe guerre ancora sanguinosamente aperte, troppe nazioni prive di condizioni di giustizia e di libertà, ancora troppe minacce cruenti da più o meno occulte centrali terroristiche tengono in ostaggio la pace e l’ordine tra i popoli. E a questo proposito ha ricordato le vicende dei tanti cristiani che nel mondo soffrono persecuzione e morte a causa della loro fede, e questo nella colpevole disattenzione dei più, magari anche di noi che pur ne condividiamo il credo.L’arcivescovo di Firenze ha poi denunciato gli attacchi alla dignità della persona umana. Su questa strada di imbarbarimento ha osservato – sembra che oggi non ci siano più limiti e la crisi di vero umanesimo sta diventando una minaccia per l’umanità”. “La piaga dell’aborto – ha proseguito – continua a negare l’esistenza a tante creature che la nostra società non vuole riconoscere nella loro sacralità; lo spettro dell’eugenetica si affaccia dietro alle pratiche di selezione degli embrioni e una nuova forma di schiavitù e di prevaricazione del più forte si attua di fatto nel loro utilizzo come materiale di laboratorio; l’ambiguo concetto di qualità della vita apre la strada alla soppressione di individui non ritenuti degni e di fatto risultanti scomodi”. “Sappiamo però anche – ha detto ancora Betori – che dietro a questi fenomeni macroscopici, quelli che occupano la pagine dei giornali e gli schermi televisivi, sta la vita faticosa ma positiva di tante persone e di tante famiglie, che formano il tessuto forte della nostra società e che le permettono di reagire e sopravvivere. Per il dono della tenuta complessiva del nostro popolo vogliamo rendere grazie questa sera al Signore, per il sacrificio di tanti genitori, per la generosità di tanti anziani, per il coraggio di tanti giovani, per la gioia di tanti ragazzi e fanciulli”. “Se le singole luci faticano a farsi vedere – ha concluso l’arcivescovo – è però vero che nel loro insieme riescono a produrre una luminosità che vince le tenebre del mondo. Partecipi del dono dello Spirito, lo esprimono in gesti gratuiti di volontariato, in atti di sacrificio fino al dono di sé, in proclamazione coraggiosa della verità in mezzo alle molte mistificazioni dell’opinione pubblica”.