Vita Chiesa

Firenze, martedì 12 alle 18 i funerali del cardinale Silvano Piovanelli

Le esequie del card. Silvano Piovanelli saranno celebrate martedì 12 luglio alle 18 nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Il card. Piovanelli sarà sepolto nel sepolcro dei vescovi fiorentini nella cripta di San Zanobi in Cattedrale.

La camera ardente, per rendere omaggio alle spoglie del cardinale, allestita in Arcivescovado, nella chiesa di San Salvatore al Vescovo, con accesso da piazza dell’Olio, è aperta oggi pomeriggio dalle 17 alle 22. Alle 17 tutte le campane delle chiese di Firenze suoneranno a lutto.

Da domani la camera ardente sarà aperta dalle 8 alle 22.

Lunedì 11 luglio alle 21 ci sarà una veglia di preghiera in Cattedrale.

Piovanelli era nato a Ronta, in Mugello, il 21 febbraio 1924. Aveva compiuto gli studi nel Seminario fiorentino (prima nel Minore, poi nel Maggiore) e aveva ricevuto l’ordinazione episcopale dal cardinale Elia Dalla Costa. Il suo primo incarico fu a Rifredi, a fianco di don Giulio Facibeni; poi fu nominato vicerettore del Seminario minore, a fianco di mons. Enrico Bartoletti. Nel 1960 fu nominato parroco di Castelfiorentino, dove rimase fino al 1979 quando il cardinale Giovanni Benelli lo chiamò come Vicario generale e poi, dal 1982, Vescovo ausiliare. Alla morte improvvisa di Benelli fu nominato amministratore apostolico della diocesi e poi, dal 1983, Arcivescovo di Firenze. Fu creato cardinale da Giovanni Paolo II nel Concistoro del 1985. Tra i suoi atti pastorali più significativi, l’indizione del Sinodo diocesano. Nel 2001 lasciò la guida della diocesi, per limiti di età.

La sua ultima conferenza pubblica era stata nel marzo scorso a Prato, a un incontro organizzato dal settimanale Toscana Oggi, in cui aveva messo in parallelo le visite a Firenze e Prato di Papa Giovanni Paolo II del 1986 e di Papa Francesco nel 2015, attingendo con grande brillantezza ai suoi ricordi personali.

il saluto dei vescovi toscani 

«La Conferenza episcopale toscana si unisce al dolore della Chiesa fiorentina per la morte del Card. Silvano Piovanelli, avvenuta questa mattina. Ricordando i quasi venti anni, dal 1983 al 2001, in cui fu eletto e sempre riconfermato alla sua guida come Presidente, esprime profonda gratitudine al Signore per quest’uomo e vescovo buono, umile e sapiente. Egli ha saputo creare comunione e favorire la collaborazione tra i vescovi della Toscana e le varie Chiese particolari della regione, anche in ordine ad una significativa testimonianza nel territorio regionale. Quanto ha operato con stile evangelico inconfondibile, ha segnato la vita della Conferenza e ne resterà patrimonio prezioso. “Bene, servo buono e fedele; prendi parte alla gioia del tuo Signore”. Così, siamo certi, il nostro fratello sarà accolto alle porte del cielo, dove lo accompagniamo con la nostra preghiera».

Mons. Agostinelli e mons. Simoni: Con Prato un legame speciale

«La morte del cardinale Silvano Piovanelli rattrista la Chiesa di Prato, siamo vicini all’arcidiocesi di Firenze ed esprimiamo al cardinale arcivescovo Giuseppe Betori il nostro cordoglio». Sono le parole del vescovo di Prato Franco Agostinelli alla notizia della scomparsa di Piovanelli. «Tra noi c’era un legame fraterno e amichevole – aggiunge monsignor Agostinelli – lo ricordo come un uomo dotato di grande umanità e rara intelligenza. Quando sono entrato a far parte della Conferenza episcopale toscana lui aveva già lasciato la guida dell’arcidiocesi di Firenze ma la sua impronta e la sua saggezza hanno costituito una eredità feconda per tutti tutti i vescovi delle diocesi toscane». Il Vescovo di Prato, che in questi giorni si trova fuori diocesi per qualche giorno di riposo, ha assicurato la sua vicinanza nella preghiera.

Anche il vescovo emerito di Prato, mons. Gastone Simoni, vuole ricordare la figura del cardinale Piovanelli. «Esprimo i miei profondi sentimenti di condoglianza, di stima e venerazione per lui e di unione nella fede e nella preghiera. Solo pochi giorni fa – dice mons. Simoni – ho avuto la grazia di visitarlo in un tranquillo pomeriggio alla casa del clero dove si trovava: è stato un incontro commosso nel quale ci siamo dati a vicenda la benedizione». Già questa mattina mons. Simoni ha celebrato una messa in suffragio.

Il legame tra Prato e il cardinale Piovanelli è stretto e si intreccia con i momenti più importanti della storia recente della città. Fu lui, insieme all’allora vescovo Pietro Fiordelli, ad accompagnare Giovanni Paolo II durante la storica visita del 19 marzo 1986. Dopo aver lasciato la guida dell’arcidiocesi fiorentina per limiti d’età, il cardinale Piovanelli è stato più volte ospite della nostra diocesi, officiando l’ostensione del Sacro Cingolo in occasione della Madonna della Fiera l’8 settembre e presenziando a numerose feste parrocchiali, come quella di San Pio a Iolo e quella promossa per i 50 anni della dedicazione della nuova chiesa di San Pietro a Galciana.

Mons. Cetoloni: «Lievito di tante iniziative e dello spirito di fraternità nella Cet»

«Personalmente lo chiamavo “Padre”, con tanto affetto, fiducia e gratitudine, da quando come ministro provinciale dei frati minori toscani mi sono incontrato tante volte con lui, trovandolo sempre paterno e comprensivo, a quando mi consacrò vescovo nella Cattedrale di Fiesole 16 anni fa, a tanti momenti condivisi con lui nella Conferenza episcopale toscana e in altre occasioni civili ed ecclesiali. È stato come il lievito di tante iniziative e specialmente dello stile di fraternità che ancora si vive all’interno della Cet». Lo scrive il vescovo di Grosseto, Rodolfo Cetoloni, in un suo ricordo del Cardinale Piovanelli.  «Amava il Signore e tutti con una meravigliosa, semplice immediatezza, che esprimeva sempre con affabilità e chiarezza – prosegue Cetoloni che ricorda anche le tante visite a Grosseto – Il Signore gli dia la sua pace e lui continui a custodirci, aiutandoci col ricordo nostro e la sua intercessione, nel cammino della fede e della speranza».

LA BIOGRAFIA

Nato a Ronta di Mugello, da una famiglia operaia, il 21 febbraio 1924, è stato ordinato sacerdote dal cardinale Elia Dalla Costa il 13 luglio 1947 dopo aver compiuto gli studi nel Seminario diocesano. Dopo un primo incarico a Rifredi, a fianco di don Giulio Facibeni, nel 1948 è stato nominato vicerettore del Seminario Minore, con rettore mons. Enrico Bartoletti, ed è stato insegnante di lettere. Dal 1961 al 1979 è stato parroco e vicario foraneo a Castelfiorentino, quindi il cardinale Giovanni Benelli lo chiamò ad essere suo stretto collaboratore prima comepro-vicario, poi come vicario generale.Nel giugno 1982 è stato nominato da Giovanni Paolo II vescovo ausiliare del card. Benelli e, nel marzo 1983, è diventato Arcivescovo di Firenze. Giovanni Paolo II lo ha quindi creato cardinale nel Concistoro del 25 maggio 1985. È stato membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Come arcivescovo di Firenze, nel 1986 ha accolto la visita di Papa Giovanni Paolo II a Firenze; nel 1987 ha promosso l’incontro internazionale dei giovani, che vide riuniti a Firenze giovani da tutti i continenti; un’esperienza molto bella che si è ripetuta anche nel 1998.Nel 1989 ha aperto il Sinodo diocesano (chiuso nel 1992), momento di grande dialogo e confronto per tutta la Chiesa fiorentina: da questo evento la diocesi ha ereditato lo stile pastorale dei “gruppi d’ascolto” che si riuniscono settimanalmente nelle case e nelle parrocchie per leggere insieme la Bibbia. Nel 1995 ha ospitato l’incontro “Uomini e religioni”, organizzato dalla comunità di S. Egidio, che ha portato a Firenze, da tutto il mondo, esponenti delle diverse religioni venuti per pregare insieme per la pace. Per oltre 15 anni è stato impegnato nella “visita pastorale”, incontrando ad una ad una tutte le parrocchie della diocesi. Sotto il suo episcopato, nel 1997, è nata la Facoltà Teologica per l’Italia Centrale. Nel 1997 ha promosso la nascita della Fondazione diocesana per il lavoro, per combattere la disoccupazione e a favorire la nascita di cooperative sociali. È stato vicino ai giovani, con i quali ha condiviso numerosi incontri e, nell’agosto del 1999, un pellegrinaggio a piedi verso Santiago de Compostela. Ha anche partecipato a diverse  edizioni della Giornata Mondiale della Gioventù (Manila, Parigi, Roma).

Ha mantenuto vivi i legami con la parrocchia brasiliana di Salvador Bahia, che dal 1965 vede una assidua presenza di laici, sacerdoti e religiosi fiorentini; ha effettuato numerosi viaggi missionari, dal Bangladesh al Perù, dalle Filippine al Kenia; ha promosso il gemellaggio tra la diocesi di Firenze e la parrocchia di Nazareth.

Ha avuto una particoare cura per la “pastorale della bellezza”, anche attraverso la creazione di uno specifico Ufficio diocesano per la catechesi attraverso l’arte.

Sotto il suo episcopato sono state aperte le cause di beatificazione per tre grandi figure del cattolicesimo fiorentino del Novecento: il cardinale Elia Dalla Costa, il fondatore della Madonnina del Grappa don Giulio Facibeni, il “sindaco santo” Giorgio La Pira. Nel 1986 si recò a Barbiana per pregare sulla tomba di don Lorenzo Milani, di cui era stato compagno di seminario e con il quale avevano ricevuto insieme l’ordinazione sacerdotale. Da alcuni suoi interventi si è avviato anche un percorso per il recupero della memoria di Girolamo Savonarola.Il suo impegno sul fronte dell’ecumenismo lo ha portato a Bucarest, dove ha incontrato il patriarca Teoctist, e a Istanbul su invito del patriarca ecumenico Bartolomeo I, massima autorità delle Chiese ortodosse. Il suo dialogo con la città e la diocesi di Firenze è avvenuto attraverso numerosi interventi pubblici, dieci lettere pastorali e le “Conversazioni” trasmesse dall’emittente diocesana Radio Toscana Network. Per alcuni mesi ha anche curato una serie di servizi per il telegiornale regionale della Rai, per far conoscere attraverso la tv alcune esperienze di preghiera e di carità di Firenze e della Toscana.Nel corso del Duemila ha invitato la Diocesi a vivere il Giubileo nello “splendore dell’ordinario”, dando cioè nuovo impulso e nuova vivacità alla vita pastorale. Gli incontri giubilari diocesani hanno avuto una straordinaria risposta in termini di partecipazione; un momento particolarmente intenso è stato il cammino penitenziale della Quaresima, con le liturgie che hanno visto protagonisti il Vescovo e i sacerdoti, le famiglie, i giovani, le associazioni laicali.

Ha lasciato il governo della Diocesi di Firenze il 20 maggio del 2001, consegnando il proprio pastorale nelle mani del suo successore, il cardinale Ennio Antonelli: continuerò a seguire la vita della Chiesa fiorentina, disse lasciando il suo incarico, “dalla sponda della preghiera”.  Successivamente è stato nominato Presidente Nazionale della Fies, incarico che lo ha portato a predicare esercizi spirituali per vescovi, sacerdoti, religiosi e laici in tutta Italia.

LA CITAZIONE: La preoccupazione più grande del Vescovo

«Una persona, avvicinandomi nelle prime settimane del mio ministero episcopale, mi chiese: “Qual è la più grande preoccupazione dell’Arcivescovo di Firenze?”.

Come in un lampo passarono davanti alla mia mente tanti problemi: l’unità del presbiterio, la promozione dei laici, la mancanza di vocazioni, l’età avanzata dei sacerdoti, la catechesi degli adulti, le chiese nuove da costruire, le piccole parrocchie abbandonate, la difficoltà a trovare aiuto per i parroci delle grandi comunità, la collaborazione pastorale coi Religiosi e le Religiose.

Quale, la preoccupazione più grande? Non ricordo se riuscii a formulare con chiarezza la risposta, ma dentro non ebbi incertezze: la più grande preoccupazione dell’Arcivescovo di Firenze è la predicazione del Vangelo a quel milione, o quasi, di uomini e di donne che abitano in questa terra. (…) Attraverso il Vescovo e la sua Chiesa, la misericordia di Dio, che si estende di generazione in generazione, vuole arrivare alla nostra generazione e toccare le persone che abitano questa terra e queste città».

Da Cinque pani e due pesci, prima Lettera pastorale alla Diocesi, 1983

Il telegramma di papa Francesco 

A SUA EMINENZA REV.MA IL SIGNOR CARDINALE GIUSEPPE BETORIARCIVESCOVO DI FIRENZE ARCIVESCOVADO – PIAZZA S. GIOVANNI, 3 50123 FIRENZE

HO APPRESO CON TRISTEZZA LA NOTIZIA DELLA MORTE DEL CARDINALE SILVANO PIOVANELLI, DOPO LUNGA INFERMITA’, VISSUTA CON ANIMO SERENO E CON FIDUCIOSO ABBANDONO ALLA VOLONTA’ DEL SIGNORE. DESIDERO ESPRIMERE A LEI, ALL’INTERA COMUNITA’ DIOCESANA DI FIRENZE E AI FAMILIARI DEL COMPIANTO PORPORATO LA MIA PROFONDA PARTECIPAZIONE AL LORO DOLORE. PENSO CON AFFETTO A QUESTO CARO FRATELLO NELL’EPISCOPATO, CHE HA SERVITO CON GIOIA E SAPIENZA IL VANGELO E HA AMATO TENACEMENTE LA CHIESA, RICORDANDONE CON GRATITUDINE L’INTENSA OPERA PASTORALE PROFUSA DAPPRIMA QUALE ZELANTE PRESBITERO E VESCOVO AUSILIARE E POI COME GUIDA SOLLECITA E SAGGIA DI CODESTA ARCIDIOCESI. ELEVO FERVIDE PREGHIERE AL SIGNORE AFFINCHE’, PER INTERCESSIONE DI SAN GIOVANNI BATTISTA E DELLA BEATA VERGINE MARIA, ACCOLGA QUESTO SUO FEDELE SERVITORE E INSIGNE PASTORE NELLA CELESTE GERUSALEMME, E DI CUORE IMPARTO A LEI, ALLA CARA CHIESA FIORENTINA E A QUANTI LO HANNO CONOSCIUTO E STIMATO LA BENEDIZIONE APOSTOLICA.

FRANCISCUS PP.

Il cordoglio unanime della Toscana

Rossi: «Un punto di riferimento per credenti e non»

«Con Silvano Piovanelli scompare un punto di riferimento importante per uomini e donne di buona volontà, credenti e non, una figura chiave della Chiesa fiorentina ma, soprattutto, un uomo mite, impegnato da sempre nella ricerca della pace, della giustizia, della tolleranza e del dialogo». Così il presidente della Regione Enrico Rossi, manifestando il cordoglio della Regione, ricorda l’arcivescovo emerito di Firenze, morto stanotte all’età di 92 anni.

Rossi sottolinea, in particolare, l’attenzione per gli umili, l’apertura al sociale concretizzatasi nell’impegno nelle periferie industriali fiorentine negli anni del dopoguerra, le scelte di vita limpide e lo stile innovatore nella vita pastorale dopo la nomina ad arcivescovo nella diocesi fiorentina.

«Abbiamo dialogato sempre e in tante occasioni siamo stati in sintonia, perchè la cultura dell’incontro, la voglia di comprendere le ragioni dell’altro in lui hanno prevalso sempre, aiutando in certi casi la politica e le istituzioni a compiere scelte che le avvicinavano ai cittadini e ad ascoltare i loro bisogni». «I valori del dialogo, della tolleranza, dell’accoglienza – conclude il presidente – sono anche i nostri. In un momento in cui questi valori devono essere riaffermati con forza è davvero triste non averlo più al nostro fianco».

Il cordoglio del premier Matteo Renzi e del sindaco Nardella

Anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa del cardinale Silvano Piovanelli, un «punto di riferimento nella fede e per la vita della città di cui è stato a lungo arcivescovo». Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha espresso su Facebook il suo pensiero: “Firenze avrà per sempre nel cuore Silvano Piovanelli, un pastore affettuoso e illuminato di questa comunità per tanti anni, un uomo di immenso amore che ha fatto del bene all’umanità”.

Cisl fiorentina e toscana: «Se ne va un uomo di fede concreta»

La Cisl Toscana e la Cisl di Firenze-Prato – con un comunicato a firma congiunta di Riccardo Cerza, segretario generale Cisl Toscana e Roberto Pistonina, segretario generale Cisl Firenze-Prato – «esprimono il loro cordoglio per la scomparsa del cardinal Silvano Piovanelli. Con lui se ne va un uomo di fede concreta, che ha sempre dimostrato sensibilità, attenzione e affetto per il mondo del lavoro ed ha saputo dialogare proficuamente con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e delle realtà economiche.

Piovanelli è stato davvero un pastore per il suo popolo, con un’attenzione particolare per i poveri e gli ultimi».

Sindaci del Mugello: «Uomo di ascolto e di dialogo»

Anche i sindaci del Mugello si associano ai messaggi di cordoglio per la scomparsa del cardinale Silvano Piovanelli. Originario di Ronta (Borgo San Lorenzo, Mugello), il cardinale Piovanelli è stato tra le più importanti figure del cattolicesimo fiorentino; la sua missione pastorale è stata sempre improntata all’ascolto, al dialogo e all’incontro, all’attenzione verso gli ultimi.

Per il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni: «È stato guida nella fede e nella vita delle persone. Attento ai bisogni della gente. Vicino agli ultimi e ad ogni uomo. Ha saputo interpretare il cambiamento dei tempi. Una perdita per tutti e ancor di più per la comunità che ha avuto l’onore di dargli i natali».

Galgani (Cgil): Grande il suo impegno per la riconversione delle fabbriche di armi

«Mancherà il suo impegno per il dialogo e per gli ultimi. Piovanelli è stato interprete di quel cattolicesimo democratico e sociale incarnato dal cardinale Elia Dalla Costa, arcivescovo di Firenze negli anni del fascismo e della guerra, che nel 1938 in occasione della visita di Hitler e Mussolini a Firenze fece chiudere le finestre del palazzo arcivescovile». Lo scrive Paola Galgani, segretaria generale della Cgil di Firenze

«Il cardinale Piovanelli – prosegue Galgani – è sempre stato sensibile alle questioni sociali e del lavoro, rappresentante appassionato insieme a Don Borghi, Don Milani, Don Mazzi e Don Balducci di una Chiesa accogliente dei poveri e degli ultimi. Proprio con Ernesto Balducci intrecciò un sodalizio che ha segnato negli anni ’90 un rapporto virtuoso anche con la Cgil. Fu Balducci a lanciare la proposta dell’obiezione di coscienza nelle fabbriche di armi e fu Piovanelli a donare il proprio anello pastorale per un fondo di solidarietà per i lavoratori/obiettori. Quel fondo all’inizio degli anni ’90 costituì il primo finanziamento per gli scienziati per la pace, che realizzarono i primi studi per la riconversione delle industrie della difesa, che furono alla base degli accordi sindacali tra la Cgil e le aziende della difesa presenti a Firenze, a partire dalla Sirio Panel fino alla Galileo». «Accordi – conclude la segretaria generale della Cgil di Firenze – che Piovanelli benedì e tutelò strenuamente, dimostrando lì, come nelle vicende del Pignone, la sua convinzione di una Chiesa promotrice di dialogo, interprete delle istanze sociali e vicina agli ultimi».

Le Misericordie della Toscana: «Nel cuore è sempre rimasto un umile parroco di campagna»

«Il cardinal Piovanelli è tornato alla casa del padre. Pur nel dolore per la perdita – si legge in un comunicato del presidente delle Misericordie toscane, Alberto Corsinovi -, dobbiamo vivere questa notizia con il cuore grato a Dio per averci concesso di conoscere Silvano, il suo esempio,  la sua guida,  la sua amicizia. Piovanelli è stato un grande pastore della Chiesa fiorentina e toscana,  ma è sempre rimasto nel suo cuore, un umile parroco di campagna. Questa è la sua eredità più grande».