«La vera forza non sta oggi nelle manifestazioni urlate, nelle parole gridate, nel bruciare le bandiere o nella preghiera contro, ma nell’usare gesti e parole di mitezza, che creano dialogo e non alimentano lo scontro». Lo ricorda l’assessore alla cooperazione internazionale Massimo Toschi ai palestinesi di Firenze e della Toscana, che nel pomeriggio hanno sfilato per le vie della città per protestare contro la violenza e l’azione militare di Israele in queste ore a Gaza. Un incontro breve, quello tra l’assessore della Regione Toscana e la delegazione della comunità palestinese rappresentata dall’imam Elzir izzeddin, dal presidente della Comunità palestinese in Toscana Abed Daap e dal portavoce padre Giulio, con l’impegno e la disponibilità, da parte dell’assessore, a rivedersi comunque velocemente, in un incontro esteso magari all’intera comunità.«Il futuro è nel tornare a vivere insieme, non nella guerra perpetua – ripete l’assessore ai palestinesi saliti nel suo studio a Palazzo Bastogi, mentre il corteo lungo alcune centinaia di metri, aperto da bambini che tra le mani reggono un involucro bianco macchiato di rosso a ricordo dei i bambini morti per l’operazione piombo fuso, attende per strada – E quando la cultura della guerra diventa, come in queste ore, dominante, dobbiamo essere capaci di non diventarne prigionieri e ostaggi, altrimenti senza rendercene conto ci poniamo al servizio di generali e terroristi». Parole che si ripetono anche nella lettera che Toschi ha consegnato ai rappresentanti della comunità palestinese. Mercoledì l’assessore sarà a Roma dal ministro Frattini, che incontrerà tutti i rappresentanti delle Regioni per coordinare gli aiuti umanitari destinati a Gaza. Uno sforzo che richieder&agra ve; l’impegno e l’aiuto non solo delle istituzioni, ma anche della società civile. «Stiamo valutando di rivolgere un appello ai toscani» sottolinea Toschi.La Regione ha già destinato il 29 dicembre centomila euro per la cura dei bimbi feriti di Gaza usando il progetto Saving Children che prevede il ricovero dei bimbi palestinesi, non altrimenti curabili nei territori della Cisgiordania, anche negli ospedali israeliani. Il bilancio tragico di due settimane di azione militare lo ha fatto invece giovedì il ministro dell’Autorità palestinese, che ha scritto all’assessore: 700 morti e 3075 feriti, il 44 per cento donne e bambini. Lasciare oggi negli ospedali di Gaza i feriti vuol dire lasciarli morire: mancano infatti medicine e strutture per operazioni complesse. E in mezzo a tante richieste di una tregua astratta, l’assessore Toschi lancia una proposta operativa: un cessate il fuoco per permettere la cura dei bambini di Gaza. «Settanta Ong israeliane ricorda – hanno chiesto il 2 gennaio, con un appello apparso sui quotidiani israeliani, un cessate il fuoco unilaterale per permettere la cura dei feriti. Penso, nell’immediato, che sarebbe un gesto di grande saggezza di Israele. Ma temo che l’azione militare, purtroppo, proseguirà almeno fino alle elezioni d’Israele, che si svolgeranno a metà febbraio. Agli appelli al cessate il fuoco degli ultimi giorni, tutte e e due le parti hanno risposto finora no». (cs-Walter Fortini)