Toscana

Firenze, l’annuncio di Nardella: saranno trascritti atti di nascita di figli di coppie omosessuali. Il commento di Francesco ZIni (Forum delle Famiglie)

«In questi giorni – ha affermato – ho ricevuto alcune lettere molto significative e toccanti di coppie omossessuali che hanno figli e che chiedono il riconoscimento di questi bambini. Visto che credo che la nostra attenzione debba essere prima di tutto rivolta a questi bambini, mi sono convinto a procedere, già a partire da oggi, al riconoscimento dei figli di coppie omossessuali, gay o lesbiche, attraverso la trascrizione nei registri dell’anagrafe». La trascrizione, spiega il primo cittadino, avverrà indicando entrambi genitori «qualunque sia il tipo di pronuncia giudiziaria, ovvero, qualunque sia il giudice, se italiano o straniero». Si tratta «di un segno- aggiunge Nardella- fatto da molti altri colleghi sindaci, perché la realtà della società civile ci pone davanti responsabilità dalle quali non possiamo scappare». «Ho deciso di firmare per il comune di Firenze la trascrizione nei registri dell’anagrafe dei figli di coppie omosessuali. Rispondiamo alle ideologie con la concretezza dei fatti, proprio come accaduto con la nostra legge sulle unioni civili. I diritti delle persone prima di tutto». Lo scrive su twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Su Toscana Oggi è intervenuto Francesco Zini, docente di filosofia del diritto all’Università di Siena e presidente del Forum Toscano delle Associazioni per i diritti della Famiglia, che ha commentato l’analoga decisione già annunciata nei giorni scorsi dal sindaco di Sesto.«Ho letto – afferma Zini – che l’avvocato si appella all’articolo 8 della legge 40, per dire che la legge riconosce come genitori la coppia che ha fatto ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita, anche se all’estero. Non si cita però l’articolo 5 della stessa legge, in cui viene esplicitamente vietato (con specifiche sanzioni) il ricorso alla procreazione medicalmente assistita da parte di coppie omosessuali, così come di single o di minorenni. È vero che questo divieto non sussiste in altri Paesi: accettare però in maniera automatica la trascrizione dei due genitori all’anagrafe significa far prevalere il diritto spagnolo o inglese su quello italiano».

La vicenda poi, secondo Zini, apre anche altri interrogativi: questi due bambini, ad esempio, potranno avere diritto un giorno a conoscere in maniera completa la loro origine genetica, sapendo chi è il loro padre biologico? La trascrizione all’anagrafe di entrambe le donne con l’appellativo di «mamma» viene incontro a un reale interesse dei bambini, o serve invece ad assecondare il desiderio delle due donne?

La grande domanda che si apre poi è quella che riguarda la maternità surrogata: una pratica vietata e pesantemente sanzionata in Italia, e che in molte parti del mondo è avversata dagli stessi movimenti femministi. Anche in questi casi, l’iscrizione all’anagrafe dei due padri o delle due madri sarebbe un atto dovuto? Non si rischierebbe così di avallare il ricorso all’«utero in affitto»? Domande aperte, che le decisioni dei sindaci di Sesto e Firenze lasciano senza risposta.