Vita Chiesa
Firenze, in parrocchia c’è la scuola di matrimonio dove si impara ad amarsi
Venticinque tavoli apparecchiati con cura, fiori, vino, musica di sottofondo, atmosfera rilassata, discreta, ogni tavolo alla giusta distanza per permettere alle coppie intimità e riservatezza. Solo che non siamo in un ristorante romantico fuori città ma nella sala parrocchiale della chiesa del «Preziosissimo Sangue» a Firenze, dove, dall’inizio dell’anno, di sabato si sono tenuti gli incontri, ormai giunti quasi alla conclusione, del «Marriage course», un vero e proprio corso di sette sessioni per coppie sposate o conviventi. Si tratta di un corso molto pratico e facile da organizzare che, aiutando a rafforzare la relazione di coppia, permette di andare incontro alle necessità delle famiglie, aiutando le coppie a ripartire, riprendendo slancio e fiducia. L’iniziativa è stata portata in Italia dall’associazione «Mistero Grande» di don Renzo Bonetti, che ha aggiunto un’ottava sessione (dedicata al matrimonio come sacramento), alle sette sessioni originarie della versione inglese. Il corso, indirizzato alle coppie sposate è aperto anche a quelle conviventi stabilmente: otto incontri da svolgere presso una coppia ospitante o una parrocchia. Come ci ricorda Lucia che per un anno è stata con il marito Enzo coppia ospitante degli incontri in casa sua: «In origine il Marriage veniva fatto nelle case, noi abbiamo insistito invece per farlo in parrocchia, in casa infatti si possono ospitare solo tre coppie e si poteva fare solo un corso all’anno». «Chi partecipa a questo corso – continua Lucia – può fare, come abbiamo fatto noi, un weekend di formazione, un training per poi diventare coppia ospitante. e così ospitare a casa il corso o magari proporlo nelle parrocchie». Lucia ricorda, poi, l’esperienza in casa: «È stata bellissima, anche se impegnativa, ma davvero gioiosa, era bello poter ospitare coppie, a volte anche sconosciute. Ricordo che, ogni settimana, ne uscivo sempre con una gioia infinita, non vedevo l’ora di rifare l’incontro». Cosa le ha lasciato il Marriage? «Io e Enzo abbiamo ricevuto tanto da questi incontri, dopo una trentina d’anni di matrimonio di solito si tende un pò ad allontanarsi, subentra magari l’abitudine, il Marriage invece è importantissimo proprio perché tiene vivo il rapporto di coppia: insegna a dialogare, insegna anche a “litigare bene”, nel senso che quando c’è un problema, com’è normale che ci sia, non devi mettere il problema tra te e tuo marito, al contrario devi metterlo di fronte. Abbiamo imparato che, come coppia, dobbiamo essere un “unico”coalizzato contro quel problema che la vita ci presenta. Nel Marriage si imparano tante cose, soprattutto a parlare perché, molto spesso si pensa, per quieto vivere, che quando sorge un problema è meglio lasciar correre e invece è giusto approfondire, coltivando la comunicazione, curandola di più». E infatti il corso, nelle sue sessioni, si occupa di tanti argomenti importanti come la comunicazione della coppia, il perdono, la sessualità, il rapporto con la famiglia di origine. A organizzare questa importante iniziativa il diacono Stefano e sua moglie Beatrice, (da anni instancabili organizzatori di incontri di pastorale familiare in parrocchia), insieme al diacono Luciano e sua moglie Elisabetta, anch’essi impegnati con le famiglie nella catechesi di ragazzi e genitori. Insieme a loro, poi, sei coppie di volontari che hanno frequentato precedentemente il corso, impegnate a preparare e servire la cena durante la sessione. Sì perché, come dicevamo, ogni riunione inizia con una cena semplice molto curata nei dettagli per far sentire le coppie accolte e coccolate. Al termine della cena viene proiettata la catechesi registrata da Nick e Sila, una coppia di psicoterapeuti inglesi, (ideatori del metodo). La sessione è divisa in 4/5 step al termine di ciascuno dei quali c’è una pausa di 5-10 minuti per un lavoro di coppia. A ogni coppia viene fornito un libretto con la traccia principale e le domande su cui riflettere di volta in volta. Terminato il tempo di riflessione non viene fatta alcuna condivisione in gruppo ma viene riavviato lo step successivo del video. Una delle pause di riflessione è della durata di mezz’ora durante la quale viene servito del caffè e dei dolcetti. Durante questo lungo lavoro di coppia i coniugi devono anche prendere alcune piccole decisioni per migliorare la loro relazione in riferimento al tema proposto e stabilire un momento nella settimana successiva in cui riservarsi del tempo per svolgere gli esercizi sul libretto e parlare di sé. L’intera sessione dura quindi circa due ore più il tempo per la cena. Leggermente diversa è l’ultima sessione dedicata al matrimonio come sacramento che prevede al termine un tempo di condivisione sull’intero percorso svolto. E a Luciano, brillante animatore di ogni incontro, chiediamo se davvero c’è bisogno di un corso di matrimonio, durante la vita matrimoniale o di coppia. «Eccome se ce n’è bisogno: il corso ci fornisce come degli “attrezzi”, utensili utili a “riparare”, (come succede con le nostre auto) a far ripartire il matrimonio quando ha dei “guasti”, tutte le varie problematiche che ogni coppia sperimenta nelle diverse stagioni della vita: la stagione iniziale dell’entusiasmo, quella dei figli e poi quando se ne vanno, per vivere da soli». Tra le testimonianze raccolte c’è quella di alcune coppie giovani: «A volte anche le piccole cose non le vedi, non ci pensi proprio, la quotidianità le porta via, e invece il corso aiuta proprio a mettere l’attenzione su aspetti di vita importanti; il corso ci ha dato davvero consigli e riflessioni, approfondimenti essenziali alla nostra vita insieme». Il corso è davvero aperto a tutti come ricordava ancora Lucia: «Non tutte le coppie frequentanti sono cattoliche, gli stessi ideatori sono una coppia di terapisti cristiani anglicani, e tra i frequentanti non tutti si sono dichiarati credenti o frequentanti, tra l’altro c’era anche una coppia buddista». E infine un sogno: «Noi speriamo vivamente che in futuro il corso possa diffondere magari in altri luoghi, parrocchie o case».