Vita Chiesa

Firenze in festa per il cardinale Antonelli

di Riccardo Bigi«Usque ad sanguinis effusionem»: fino all’effusione del sangue, è questa la formula con cui il Papa chiede ai nuovi cardinali di essere pronti a sacrificare anche la vita per il bene della Chiesa. E il colore squillante della porpora sta a simboleggiare proprio il rosso del sangue, l’offerta di sé con cui ogni cardinale si lega al successore di Pietro.Un evento, il Concistoro, che ti fa respirare la grandezza della Chiesa, la sua universalità, la ricchezza della sua storia e delle sue tradizioni. Disposti su due file, davanti al Papa, trenta vescovi che vengono dal Sudan e dall’Australia, dal Vietnam e dall’India, dal Guatemala e dall’Ungheria. Giovanni Paolo II misura i suoi sforzi, la sua voce ogni tanto si fa flebile, ma fino all’ultimo il Papa continua a consegnare ai nuovi cardinali la «berretta» simbolo della dignità cardinalizia. «Il Santo Padre – dirà più tardi il cardinale Antonelli – è il mio punto di riferimento fisso, l’esempio più luminoso di fedeltà a Cristo. Anche se tace, la sua presenza parla. È lì, sulla croce, e come Cristo non è sceso dalla croce anche il Papa resta lì, a soffrire».

L’arcivescovo di Firenze ha ricevuto uno degli applausi più fragorosi: in piazza per lui c’erano oltre settecento persone, i fedeli della Diocesi con i pullman organizzati dalla Turishav, i seminaristi, gli operatori della curia, i canonici del Duomo, comitive numerose di Cl, dei Neocatecumenali, dei Focolarini. Tanti preti, alcuni bambini, tantissimi uomini e donne motivati dal desiderio di essere vicini al proprio Vescovo in un momento così importante. «Sono semplicemente entusiasta – dice una di loro – è stata una grande emozione e un grande momento per la Chiesa fiorentina».

Un affetto e una partecipazione che Antonelli ha molto apprezzato: «In questi anni ho avuto la sorpresa di scoprire a Firenze un popolo caloroso: pensavo che fosse una città razionale, come la sua architettura, invece girando nelle parrocchie ho trovato un’accoglienza che, secondo gli stereotipi, fa più pensare ai napoletani. Mi sento più legato che mai a questa città e a questa Chiesa nella quale il Signore mi ha inviato e sono felice che la mia gioia sia la gioia di Firenze».

Tra i fiorentini in piazza, anche il sindaco Leonardo Domenici: «Oggi è una giornata di festa per tutta la città – afferma – Firenze ha accolto l’arrivo di monsignor Antonelli con gioia e ne ha subito apprezzato il respiro culturale, le doti umane, la semplicità con cui sa porsi agli altri». Secondo Domenici questa nomina «deve essere di stimolo per tutti noi, perché siamo sempre più all’altezza del ruolo che Firenze ha nella storia e nel mondo». Dopo il suggestivo rito dell’«imposizione della berretta», l’abbraccio con i confratelli: tra di loro c’è anche il cardinale Piovanelli, che saluta con un largo sorriso il suo successore. E poi alla fine, in piazza, il saluto dei familiari, l’abbraccio dei genitori emozionati e commossi, l’incontro con il vescovo ausiliare Claudio Maniago e con le autorità. È solo un preludio del diluvio di baci e abbracci da cui Antonelli sarà sommerso nel pomeriggio, quando le porte del Vaticano si apriranno per le «visite di cortesia» e tutti i pellegrini potranno salutare il nuovo cardinale.

Nel pomeriggio, dopo il pranzo insieme ai seminaristi, il cardinale Antonelli trova il tempo anche per rispondere alle domande dei giornalisti. Come ha vissuto la preparazione a questa giornata? «Ho dormito tranquillamente – racconta – molto più di quando sono diventato prete. Stamani, pregando in cappella, ho pensato che il rosso dei cardinali è anche il colore del sangue di Cristo: è il sacrificio di Cristo che fa vivere la Chiesa, e mentre guardavo la fiammella che ardeva accanto al Santissimo ho pensato che anch’io dovrò essere lampada che arde». Il santuario che sente più vicino? «Lourdes, luogo di conversioni, luogo dove si impara a vivere con serenità la malattia». Il santo a cui è devoto? «I santi sono tutti segni di Cristo. Mi appassiona, ad esempio, Madre Teresa, perché attraverso di lei è Cristo che opera. L’ho incontrata una volta, e mi sembrava che il Signore mi guardasse attraverso i suoi occhi». E tra i fiorentini? «Giorgio La Pira, di cui spero che si possa chiudere presto la fase diocesana del processo di beatificazione».

Una curiosità: ad ogni nuovo cardinale il Papa assegna il titolo di una chiesa romana, a Antonelli è toccata Sant’Andrea delle Fratte. «Una bella chiesa – spiega il Cardinale – con l’abside disegnata dal Borromini, che custodisce due angeli del Bernini. Conserva anche un’immagine miracoloso dalla Madonna, che parlò a un ebreo convertendolo al cristianesimo».

Domenica 26 ottobre alle 17 l’arcivescovo Antonelli celebra la sua prima Messa da Cardinale nel Duomo di Firenze. Un’occasione importante per la Chiesa fiorentina, chiamata a stringersi intorno al suo Vescovo in un momento così solenne e festoso. Fedeli e sacerdoti potranno accogliere il nuovo cardinale e manifestargli l’affetto e il calore della Diocesi.