Cultura & Società
FIRENZE IN FESTA PER I 90 ANNI DEL POETA LUZI: «MIA MUSA FU MIA MADRE»
Dopo Domenici in molti hanno preso la parola, in un trionfo di esegesi della poetica luziana. Lui ascolta, e dirà più tardi «parole profonde, che mi hanno fatto riflettere su me stesso». L’introduzione era stata affidata a Giorgio Luti: Considero Luzi ha spiegato Luti uno dei più grandi rappresentanti della vita letteraria cittadina, nazionale e internazionale. Luzi ci ha aperto davanti una strada da seguire; dal dopoguerra la voce del poeta si è mantenuta al centro della vita italiana, crescendo ed espandendosi continuamente.
Mille i regali: un’aria dedicata a lui da sconosciuti musicisti, il «Dizionario della Libertà», da Todorov a Paasilinna, una medaglia d’oro, l’augurio del presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini che compie gli anni, esattamente la metà di quelli di Luzi: come dire che «ci vogliono due presidenti di consiglio regionale per fare un Luzi».
La vicepresidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Marasco, che legge l’orazione scritta da Luzi per celebrare il suo ingresso come accademico, orazione dedicata alla lingua: «discrimine cocente tra umiliazione e tracotanza» scriveva Luzi. Proprio alla lingua italiana è dedicato l’appello del poeta-senatore. Luzi, che si è definito un «lavoratore, un operaio della parola», ha parlato della lingua come elemento «veramente unificante. L’importante – ha detto – è ritrovarsi nella poesia, nella parola e nella lingua. La nostra lingua è il patrimonio più antico: non la sciupiamo, non la violentiamo come si fa correntemente. Custodiamola come un bene, non mettiamola in naftalina, non esponiamolo alle aberrazioni che sono in corso».
Il grande poeta fiorentino ha accettato di scambiare brevi battute con i giornalisti. Tra le tante domande, gli è stato chiesto a chi si ispirasse: «A mia madre – ha detto -. Lei è stata la mia musa, e ora spesso la evoco». La politica «è tante cose, ma io non mi metterò certo a trafficare», ha risposto a chi gli chiedeva del suo nuovo impegno a Palazzo Madama. «Io non sono un politico – ha detto Luzi – ma ho le mie idee sulla polis e sullo Stato e queste le dirò. La politica è tante cose… può essere un minimo sotterfugio. Ma io non mi metterò certo a trafficare. Dirò la mia quando c’ è qualcosa che mi interessa, di carattere generale». Il neo senatore capisce il distacco e la diffidenza nei confronti della politica: «In certi casi – ha detto – è nell’ ordine delle cose».