Firenze

Firenze, il vescovo Gambelli ha incontrato i cappellani carcerari d’Italia

La Messa nell'istituto salesiano di Firenze

Il nuovo arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli ha incontrato stamani il Consiglio pastorale nazionale dei cappellani delle carceri. Con i 24 membri, delegati delle diverse regioni d’Italia, ha celebrato una messa nella cappella dell’Istituto salesiano di Firenze, ricordando le difficoltà del servizio in carcere, il confratello don Antonio Biancotto, cappellano del carcere di Venezia e delegato per il Triveneto da poco deceduto, e la chiesa del Ciad, di cui alcuni esponenti, sacerdoti e laici, erano presenti.

«La speranza non delude e non illude» ha detto il Vescovo, ricordando le parole della Spes non confundit. «In carcere incontriamo situazioni in cui viviamo l’esperienza di sentici soli; proprio quando cerchiamo di vivere questa fedeltà al Vangelo, però, ci accorgiamo che il Signore è sempre con noi e ci permette di vivere queste difficoltà come occasioni dove dare ancora più frutto» ha continuato. «Se amiamo davvero, incontreremo difficoltà, ma se non amiamo, siamo già morti: non ci sono vie di mezzo. Preghiamo perché il Signore ci aiuti a disobbedire alle logiche del mondo, a seguire quelle del Vangelo e a spenderci per gli altri senza lasciarci intimorire» ha concluso.

«La nostra presenza qui vuole essere una presenza orante, di amicizia e sostegno» ha detto poi don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane, che a nome del Consiglio ha consegnato in dono al vescovo una croce pastorale. «In questi giorni sono nate tante proposte per vivere il prossimo Giubileo in carcere e far sì che i detenuti si sentano accolti dalla società civile e non emarginati» ha spiegato don Grimaldi, raccontando le attività del Consiglio riunitosi a Firenze in questi giorni. «Tra le varie occasioni, ci saranno le Giornate regionali della Misericordia e lo sforzo comune per creare dei luoghi che possano accogliere le persone al momento della loro uscita dal carcere». «C’è bisogno di volontari vicini ai detenuti – ha continuato l’ispettore –: sono la carezza della Chiesa a chi ha sbagliato e vuole intraprendere un cammino nuovo».

I cappellani concluderanno a Firenze il loro raduno e si sposteranno domani a Barbiana per le celebrazioni dell’anniversario della scomparsa di don Milani