Duecentocinquanta persone arrivate da tutta Italia hanno gremito sabato 6 febbraio il teatro della parrocchia di Santo Stefano in Pane, a Firenze, per l’incontro «Firenze 2 Il Vangelo ci libera e non la legge» proseguimento della riflessione avviata lo scorso maggio, sempre nel capoluogo toscano, sul tema Il Vangelo che abbiamo ricevuto. Dietro a questo appuntamento un comitato informale di lavoro, una rete che riceve sollecitazioni da più parti e vuole affrontare un certo disagio vissuto nella realtà della Chiesa attuale. Senza insistere però sulla via della contestazione, ma offrendo una via di indicazioni positive per una presenza di Chiesa come segno e continuazione di Cristo-Vangelo, come ha sottolineato il teologo don Paolo Giannoni: «Abbiamo inteso affiancare a una critica che stimiamo una forma di appassionata partecipazione ecclesiale, il percorso austero di una presa di coscienza come base di una prospettiva in positivo, che non si pone con intento alternativo, ma come offerta per una chiarificazione del compito che spetta alla chiesa di oggi». Non si è voluto dunque parlare contro nessuno, ma riflettere sui fondamenti e sui dati originari della fede cristiana. In questa ottica si può leggere l’intervento del teologo don Pino Ruggieri, docente allo Studio teologico di Catania, che ha richiamato la centralità del problema di Dio: «Lo spazio dell’etica, della ricerca di regole più umane, più rispettose della dignità della persona, non deve essere svilito, ma riconciliato, condotto a compimento: Cristo è fine e compimento della legge. Dobbiamo sempre aver presente il sentire in grande di Dio che non vuole che alcuni periscano, ma che tutti arrivino a conversione. Quest’amore del Padre non viene coinvolto né nel trionfo della legge, né nella sua rovina ad opera della trasgressione. Esso è infatti capace di accogliere il peccatore, colui che trasgredisce la legge: Dio ci ha amato mentre noi eravamo ancora peccatori». Romano Penna, professore emerito di esegesi neotestamentaria della Pontificia Università Lateranense, ha sviluppato il tema Il Vangelo fine della Legge: Gesù e Paolo: «Gesù non teorizza la critica alla Legge, ma nella pratica si dimostra molto libero nei suoi confronti. Da parte sua San Paolo è un innovatore non tanto rispetto a Gesù quanto ai giudeo-cristiani: egli ammette la santità della Legge (Rm 7), che è tuttavia impotente a giustificare. Il suo punto di partenza di critica alla Legge è Gesù; è la considerazione di ciò che Cristo significa per il mondo che mette in scacco il valore della Legge». I lavori di questo incontro, scandito anche da momenti di preghiera, sono proseguiti nel pomeriggio. Molte le reazioni del pubblico agli interventi dei relatori, una partecipazione che fa augurare agli organizzatori la realizzazione in futuro di una riunione di più giorni, per proseguire un cammino che sia sempre più insieme. (Stefano Liccioli)