Firenze

Firenze, il saluto di Gambelli alle autorità: “il mio impegno per una società sempre più giusta e fraterna”

È iniziata con il saluto alle autorità la giornata che vedrà don Gherardo Gambelli diventare arcivescovo di Firenze. Il testo integrale

Alla Loggia del Bigallo il vescovo eletto è stato accolto dal sindaco Dario Nardella, dal presidente della Regione Eugenio Giani, da Paccosi presidente di Montedomini, ente proprietario della Loggia del Bigallo e dalle altre autorità civili. Gambelli ha ricordato la storia del Bigallo, una storia di carità e solidarietà. Ecco il testo integrale del saluto.

Signor Sindaco di Firenze, Signor Presidente della Regione Toscana, Eccellenza signor Prefetto, autorità civili e militari, Signori Sindaci dei comuni presenti nel territorio dell’Arcidiocesi di Firenze. In questo giorno di festa per la nostra città di Firenze che segna per me l’inizio del mio ministero come Vescovo, desidero rivolgere alle autorità e alle istituzioni presenti sul territorio dell’Arcidiocesi il mio più caro saluto.

Il luogo scelto per questo nostro primo incontro ufficiale ha un valore altamente simbolico. Nel Codice Rustici, un manoscritto antico, conservato nella Biblioteca del Seminario Arcivescovile, il racconto di viaggio a Gerusalemme di un orafo fiorentino, Marco Rustici, è illustrato con una serie di immagini suggestive che ci offrono uno sguardo sulla Firenze del Quattrocento, nel pieno fiorire della cultura dell’Umanesimo e del Rinascimento. Quella relativa all’Oratorio del Bigallo ci presenta le Confraternite caritatevoli della Misericordia e del Bigallo che si erano unite nel 1425 e si occupavano dei piccoli smarriti o abbandonati. I quattro protagonisti delle scene di misericordia sono gli unici personaggi della Firenze del tempo raffigurati da Rustici a sottolineare l’importanza delle pratiche caritatevoli. Colpisce in particolare l’immagine di una donna incaricata di accogliere un bambino nei locali messi a disposizione, che si mette in ginocchio e lo abbraccia con un visibile sorriso. Ieri come oggi, in tempi difficili come quello che stiamo vivendo, di cambiamento d’epoca, non basta fare il bene, bisogna fare bene il bene.

Nel ringraziare di cuore tutte le autorità e le istituzioni presenti sul territorio per il loro impegno a servizio del bene comune, desidero rivolgere a tutti e a tutte, particolarmente a quanti stanno per iniziare a svolgere un nuovo incarico, i miei più sinceri auguri di buon lavoro.

Per quel che mi riguarda esprimo qui, ancora una volta, la mia ferma volontà di collaborare con tutte le persone di buona volontà nell’impegno per la costruzione di una società sempre più giusta e fraterna.

Le opere artistiche della nostra città, come il Codice Rustici, ci ricordano che solo quanto è stato compiuto con gioia nel rispetto e nell’attenzione ai poveri, agli emarginati e agli esclusi rimane ed è degno di essere ricordato.

Che ognuno di noi sappia trarre dal proprio bagaglio spirituale e culturale le risorse migliori per fare in modo che la bellezza di Firenze risplenda non solo nei suoi monumenti, ma anche e soprattutto nei suoi cittadini, e da qui diffondersi, come germoglio di giustizia e di pace nel mondo.