Firenze

Firenze, il corpo del Beato Ippolito Galantini traslato in cattedrale. La Messa per la ripresa del Cammino sinodale

La giornata si è aperta nel segno del Mese Missionario straordinario indetto da Papa Francesco. “Battezzati e inviati”: il messaggio del Papa è stato anche il tema di questa celebrazione presieduta dal cardinale Giuseppe Betori, che ha preso avvio nella basilica di San Lorenzo, dove è iniziata la processione che prima di arrivare in cattedrale ha attraversato il battistero. Un modo per fare memoria del Battesimo, e della chiamata a partecipare alla missione evangelizzatrice che appartiene ad ogni battezzato.

Durante la Messa, l’arcivescovo ha ricordato il Cammino sinodale che vede impegnata la Chiesa fiorentina: “La fede deve guidarci nella nuova fase del Cammino sinodale a cui diamo avvio oggi, quella in cui vogliamo portare la gioia del Vangelo nell’incontro con la società in cui il Signore ha posto la nostra Chiesa fiorentina. Il dialogo che vogliamo avviare per cogliere le attese profonde della gente di questo territorio e capire il contributo che come credenti possiamo offrire ad educare la domanda e orientare la risposta, parte da un discernimento dell’esperienza umana che solo la luce della fede può aiutare a rivelare nella sua autenticità”.

In questo contesto, ha spiegato Betori, si colloca anche l’esposizione dell’urna del Beato Ippolito Galantini: “un servitore della parola di Dio per la formazione delle coscienze di ragazzi, giovani e adulti, da meritarsi dall’arcivescovo del tempo il titolo di “Apostolo di Firenze”. Ne vogliamo onorare oggi la memoria, dobbiamo soprattutto rinnovare la dedizione con cui egli, semplice laico, divenne strumento di rinnovamento della Chiesa nei decenni che seguirono il Concilio di Trento, anch’egli in un cambiamento d’epoca come siamo noi oggi. E la sua opera era proprio la proposta di un’esperienza di fede in cui si intrecciavano dottrina e spiritualità, conversione personale e edificazione comunitaria”. 

La celebrazione si è conclusa con il Mandato del cardinale Betori ai catechisti e a tutti coloro che prestano servizio in ambito pastorale, liturgico, caritativo.