Italia

FIRENZE: Galli-Renzi, una sfida d’interesse nazionale

di Riccardo Bigi

Con la candidatura del «volto emergente» del Partito Democratico Matteo Renzi e, dall’altra parte, dell’ex portiere di Fiorentina, Milan e nazionale italiana di calcio Giovanni Galli, la sfida per le elezioni comunali a Firenze è diventata una questione di interesse nazionale, attirando sul capoluogo toscano i riflettori della politica italiana.

Matteo Renzi, appena 34 anni, ha già alle spalle una lunga esperienza politica: cinque anni fa, da segretario provinciale della Margherita, lasciò l’azienda di famiglia per fare il Presidente della Provincia di Firenze. La decisione di candidarsi, adesso, per la poltrona di sindaco lo ha visto scontrarsi con i vertici nazionali del suo partito: la vittoria alle primarie è stata una sorpresa per molti. La sua campagna elettorale punta molto sul rinnovamento, sulla discontinuità rispetto alle aministrazioni passate, soprattutto in fatto di gestione dei cantieri di opere importanti come la tramvia. Non a caso, tra le liste civiche che lo sostengono (insieme al Pd, all’Italia dei Valori, alla Sinistra per Firenze e ai Comunisti fiorentini) ce n’è anche una che si chiama «Facce nuove in Palazzo Vecchio».

La politica è un’esperienza completamente nuova invece per Giovanni Galli: «Quando i dirigenti fiorentini del Pdl mi hanno chiesto di candidarmi – spiega – mi sono interrogato prima di tutto sul mio amore per questa città, su quanto ero disposto a fare per il bene di Firenze». La sua campagna elettorale è iniziata ascoltando le persone: «Volevo rendermi conto dei problemi di questa città. Ho trovato delusione, persone che si sentono tradite da chi le ha amministrate finora». Tra le sue proposte, il no alla tramvia e allo scavo dei tunnel per l’alta velocità, lavori inutili e costosi: «Con quei soldi – dice – si possono trovare soluzioni migliori per la viabilità cittadina». E sulla sicurezza, sì all’uso di volontari che facciano sentire le persone meno sole, più protette. Tra i suoi sostenitori, nella lista del Pdl, anche il presidente fiorentino di Scienza e Vita Marcello Masotti.

Il «no» alla tramvia è anche il cavallo di battaglia di un altro candidato a sindaco, Mario Razzanelli, che fu il promotore del referendum consultivo del febbraio 2008 su questo tema: «Stanno cementificando la città, con opere che daranno benefici solo a chi le realizza. Dobbiamo fermarli» è la sua accusa. Si presenta da sola invece l’Udc, che candida a sindaco il consigliere regionale Marco Carraresi: il tema più caratteristico del suo programma è quello della famiglia. «Mi piacerebbe – dice – creare un assessorato alla famiglia che accorpasse quelle competenze che oggi sono divise tra sanità, servizi sociali, politiche per l’infanzia: perché più che assistere l’anziano, il bambino o il disabile, il Comune dovrebbe aiutare le famiglie che hanno anziani, bambini o disabili al proprio interno». La lista dell’Udc vedrà, come capolista, l’ex direttore del Consiglio Pastorale Diocesano, Leonardo Bianchi, docente di diritto all’Università: «È la prima volta che faccio politica attiva, come risposta ai richiami della Chiesa di mettersi al servizio del bene comune».

Gli elettori fiorentini troveranno tra i candidati a sindaco anche Valdo Spini, nome noto della politica (già deputato e ministro) che ha deciso di rimettersi in gioco con una lista civica, ma anche con il sostegno di Verdi, Socialisti e Rifondazione. Torna anche Ornella De Zordo che già cinque anni fa, con la lista civica «Perunaltracittà», fu la spina nel fianco (sinistro) che costrinse Domenici al ballottaggio. Completano il quadro Maria Lascialfari (Partito Comunista dei lavoratori), Alfonso Bonafede (lista «a cinque stelle» degli amici di Beppe Grillo) e Paolo Poggi (Popolo Città Nazione).