Toscana

Firenze, firmata intesa per la moschea a Sesto Fiorentino

A firmare l’accordo, il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, l’arcivescovo Giuseppe Betori, il rettore Luigi Dei e il presidente dell’associazione per la moschea di Firenze, Izzedin Elzir. Il Comune di Sesto Fiorentino e la comunità islamica hanno individuato un terreno in via Pasolini per il quale il regolamento urbanistico prevede già la realizzazione di edifici per il culto e le attività a carattere religioso. L’Arcidiocesi di Firenze, proprietaria dell’area, si è resa disponibile a cederlo a titolo oneroso alla comunità islamica affinché possa realizzarvi una moschea e un centro culturale. Contestualmente l’Arcidiocesi otterrà, a titolo oneroso, un altro terreno di proprietà dell’Università di Firenze nell’area del Polo scientifico di Sesto, sul quali potranno essere realizzati fabbricati per attività religiose.

La firma dell’accordo non ha però chiuso la vicenda della costruzione di una moschea nel capoluogo toscano, dopo i fallimenti  degli ultimi anni di individuare il terreno adatto. La comunità islamica non ha rinunciato all’idea di trovare anche nel capoluogo un posto più adatto per la preghiera. il sindaco di Firenze, Dario Nardella, intervenendo alla rassegna stampa del Tgt di Italia 7 mette le mani avanti:  «Trovo un errore continuare a fare il dibattito sulla moschea di Firenze quando si sta per parlare dell’apertura di una moschea a Sesto, nell’area metropolitana. Si cerca sempre l’occasione di discussione e di polemica. Ora si valorizzi questo, poi vedremo il resto».

«Ho sempre difeso il principio costituzionale del diritto a pregare – ricorda Nardella – perché è una libertà che la Costituzione non solo riconosce, ma che utilizza come principio al quale devono tendere le istituzioni. Siamo sempre stati corretti su questo: quando la comunità avrà una proposta da fare, questa sarà valutata dal punto di vista tecnico e urbanistico». Anzi, mette in chiaro, «in alcuni casi abbiamo provato a spingerci in avanti, a individuare dei luoghi, ma ci è andata male». Resta un dato di fondo, ad avviso del sindaco di Firenze, che è anche primo cittadino dell’area metropolitana, la quale include appunto anche i comuni dell’entroterra: «Un musulmano da Novoli credo che sia libero di andare a pregare nella moschea di Sesto». Del resto, Nardella segnala che in un primo momento questa soluzione doveva valere per l’intera area metropolitana. «Mi è stata presentata così – ricorda -, quando ne ho parlato col rettore, col cardinale Betori e con l’imam».

A chi gli chiede se, comunque, il capoluogo regionale non abbia perso una grande opportunità, ribatte: «Ho già detto che Firenze ha perso, diciamo, l’occasione di poter dimostrare di essere una città aperta, anche se credo che i fiorentini non siano affatto una comunità intollerante, anzi sono da sempre una comunità aperta». Nardella rifiuta l’immagine di una città poco propensa all’apertura verso le altre fedi. «I risultati politici sono sotto gli occhi di tutti- specifica-. I partiti estremisti che in Toscana hanno preso voti, penso alla Lega, alla destra estrema, a Firenze prendono meno voti».