Toscana

Firenze, «Fiorino d’oro» al cardinale Betori

Il sindaco Dario Nardella ha conferito il «Fiorino d’oro» della Città di Firenze oltre che al cardinale Betori anche ad Elzir Izzeddin, presidente della Comunità islamica di Firenze e Toscana, e al rabbino capo Joseph Levi della Comunità ebraica di Firenze. «Qualcosa – ha sottolineato il porporato – abbiamo fatto anche noi tre, quando questa città ha vissuto la vicenda terribile della morte dei due giovani senegalesi. La nostra amicizia, con Izzedin e rav Levi, credo sia stato un contributo alla pacificazione della città, e al modo maturo con cui la città si è posta davanti a quel momento di grave crisi».

«Ritengo – ha chiarito il cardinale Betori – che questo Fiorino sia un Fiorino del dialogo tra le religioni, ma anche del dialogo in se stesso. Il dialogo è una delle caratteristiche fondamentali di questa città: lo abbiamo dimostrato in tutto il ‘900, Firenze è riuscita ad affrontare il dramma della guerra perché qui c’erano persone di dialogo». Ma, ha aggiunto, «credo che dobbiamo andare anche molto più indietro: sto sempre più riflettendo su quello che è stato l’Umanesimo ed il Rinascimento per Firenze e per il mondo. Lì c’è una componente di dialogo senza la quale il Rinascimento non sarebbe mai accaduto. E quando Oriente e Occidente si incontrarono qui a Firenze in un tentativo, ahimè non giunto a buon termine, di una ricomposizione del mondo cristiano (il Concilio di Firenze, ndr), fu un momento di riconoscimento culturale e religioso che portò dentro al patrimonio della cultura fiorentina la ricchezza del patrimonio dell’Oriente». Quel dialogo, ha ribadito il cardinale, «è fondamentale». «Senza dialogo tra il presente e il passato, senza il dialogo tra mondi diversi, tra religioni diverse – ha concluso l’arcivescovo -, non ci sarebbe Firenze, non ci sarebbe la nostra cultura. Per questo considero il Fiorino un riconoscimento che mi impegna: devo essere sempre più fiorentino e cercherò di farlo».