Vita Chiesa

FIRENZE, FESTA SAN LORENZO; MONS. BETORI: AFGHANISTAN CONFERMA STORIA MARTIRIO CRISTIANI

“Tutto mostra che il martirio non è un’eccezione nella storia cristiana, ma al contrario una sua costante nota distintiva”. Al punto che non si può “ritenere di essere cristiani se si pensa di poter prescindere da questo orizzonte di persecuzione e di martirio”. Lo ha detto oggi l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, nella basilica di San Lorenzo, durante l’omelia della messa per la festa di San Lorenzo, patrono della città. “Non c’è settimana – ha ricordato Betori – che non ci giunga notizia di qualche cristiano perseguitato e ucciso proprio perché cristiano. Anche solo qualche giorno fa, in Afghanistan, otto cristiani hanno perso la vita mentre esercitavano la loro carità verso la popolazione povera del Paese”. “Il legame tra carità e martirio è nell’esperienza di sempre della Chiesa” ha spiegato l’arcivescovo, aggiungendo che “il numero dei cristiani messi a morte a causa della loro fede negli ultimi cento anni supera probabilmente da solo quello complessivo di tutti i secoli precedenti. Basta sfogliare il Martirologio Romano per accorgersi che non c’é giorno in cui non venga segnalato un cristiano canonizzato dalla Chiesa come martire che appartenga ad anni vicini a noi”. “E buona parte di questi martiri recenti – ha proseguito l’arcivescovo – appartengono alla vecchia Europa, che negli ultimi trecento anni ha saputo scatenare una dopo l’altra sanguinose persecuzioni per quanti volevano rimanere fedeli alla loro fede e alla professione di essa nel servizio ai fratelli. Una lunga scia di sangue accompagna la presenza dei cristiani prima in Francia, al tempo della rivoluzione, ancora in Spagna, durante quella guerra civile che vide scatenarsi l’odio verso la fede, e poi in Germania e nei paesi conquistati dal regime nazista, che il Martirologio ama definire ‘regime empio nemico degli uomini e della fede’, per finire con i Paesi dominati dal comunismo, ‘dottrina che negava tanto la fede quanto la dignità umana’, come si esprime ancora il Martirologio. Milioni di uomini e donne che furono uccisi solo per il fatto di essere discepoli del Crocifisso. Una memoria che non può essere dispersa”.“Alla radice del martirio – ha detto ancora Betori – sta quella logica del dono, che è germe di una vita nuova non solo nel momento supremo di una persecuzione ostile, ma in ogni momento di vita: è anzi germe di una società nuova, come ci ha ricordato il Santo Padre nella sua più recente enciclica”.