Cultura & Società
Firenze, famiglia in festa
Signor/a ministro/a, perdoni la curiosità: oggi come si sente orientato/a?
«Mi sento Pierino, decisamente. Ma non escludo, in settimana, di potermi sentire Pierina e di comportarmi di conseguenza».
Signor ministro, dunque. Qual è il suo bilancio a 50 anni dalla Liberazione?
«Del tutto positivo. Ci siamo liberati della famiglia, l’oppio dei popoli. La famiglia oggi è nient’altro che un reperto degli anni oscuri. Ci sentiamo tutti meglio, liberi, senza costrizioni. Lei come si sente? Non avrà mica nostalgia delle suocere, vero?».
Sto benino, specialmente meglio da quando sono passato allo Xanax da 0,50. Ma la famiglia è davvero scomparsa? Sia pure con ritrosia, il Ministero degli interni ha comunicato che i matrimoni cristiani sono in aumento. Qual è la causa di una simile deriva civile?
«A me risulta che qui a Firenze i matrimoni religiosi siano cresciuti in un anno da 20 a 25. Il problema sta tutto nei missionari cinesi che partono dall’arcidiocesi di Canton per venire a fare proselitismo qui in Europa. Arrivassero in aereo, li beccheremmo negli aeroporti. Invece viaggiano con le carovane cammellate, i furbacchioni. Lente ma impossibili da intercettare. Abbiamo inoltrato formale protesta presso il governo cinese, ma ».
Lo sappiamo, il premier Ah Min è il leader della Dcc, Democrazia cristiana cinese. Un tipo ostinato, un duro fanfaniano. Difficile convincerlo.
«Sì, anche perché dipendiamo da loro per le forniture di tecnologie avanzate. Dobbiamo ancora capire perché il modello di sviluppo del nordest, piccole imprese combattive, 50 anni fa sia collassato».
C’è chi dice che quelle aziende si fondavano sul modello familiare
«Una diceria, come peraltro ben documentato nel «Libro nero della famiglia». La famiglia teneva legati a sé i suoi membri ostacolando la naturale dinamicità del mercato. Il mercato è mobile, flessibile e detesta i contratti a tempo indeterminato, quindi la sua prima nemica è, o per meglio dire era, la famiglia. La famiglia bloccava lo sviluppo. La famiglia era sentina di litigi, invidie, ripicche, risentimenti e vendette. La famiglia covava al suo interno sorda violenza. I delitti più efferati avvenivano in famiglia. La famiglia produceva follia. Sono cose risapute, peraltro assai ben documentate dai giornali dei primi anni del secolo».
Quei giornali che tanto hanno giovato alla causa dei legami plurimi.
«Della libertà, contro l’ingerenza vaticana».
A proposito, come giudica la proposta del Ministero degli Affari Effimeri di trasformare i giardini vaticani in un parco acquatico?
«Positivamente. Roma ha bisogno di spazi ludici dove incontrarsi e socializzare. I giardini erano un spazio improduttivo, per fortuna con l’abolizione della Città del Vaticano le cose sono cambiate».
Il Papa non sembra d’accordo.
«La solita pesante ingerenza negli affari interni italiani. Se ne rimanga in India tranquillo».
Il Papa ha invitato anche a pregare per l’ordine pubblico in Italia.
«Una provocazione inaccettabile! Quali disordini? Quali bande giovanili? Quale vuoto morale? La spesa sociale è altina, lo ammetto, ma quando i nostri bravi giovani escono in libera uscita dai collegi, dove i computer sono per loro quei padri e quelle madri giusti e amorevoli che in passato nessun figlio poteva sperare di avere, qualche sfogo devono poterselo concedere».
Forse con il rogo del Colosseo hanno esagerato
«Vecchiume. Lo rifaremo più bello e più grande che pria».
Si dice che alcuni giovani tendano a stabilire legami stabili, perfino casti. E giochino al gioco della famiglia, ciascuno interpretando il ruolo di genitore e figlio, nonno e zio. Che ne pensa?
«Quei maledetti missionari cinesi con il loro proselitismo! Abbiamo buoni motivi per ritenere che siano loro i responsabili di questi rigurgiti nostalgici. Traviano la nostra gioventù cresciuta senza alcun condizionamento di genere, bella disorientata, senza morali costrittive, libera insomma».
Un cinquantenario riuscito, dunque, nonostante qualche ombra. Da domani, quale sarà il primo impegno del governo?
«Dopo la demolizione delle chiese, ci chiediamo che cosa fare di tutte queste case vuote. Noi italiani siamo rimasti in 20 milioni, ne abbiamo fin troppe. Prima di estinguerci, qualche idea dovremo farcela venire».