È morto ieri nella tarda serata Lelio Cantini, l’ex sacerdote che nell’ottobre 2008 era stato ridotto allo stato laicale dal Papa dopo essere stato riconosciuto colpevole di abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori. Nato nel 1923, Cantini è deceduto per un malore. Da tempo con problemi di salute, si trovava nell’infermeria dei frati Francescani a Fiesole. Fino al 2005 era stato parroco alla Regina della Pace, nel quartiere di Rifredi a Firenze: i fatti di cui è stato condannato sono avvenuti, secondo le testimonianze delle vittime, tra il 1973 e il 1987. L’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, che nel giugno dello scorso anno organizzò una veglia di preghiera alla quale parteciparono alcune delle vittime di Cantini, informato della morte ha fatto sapere di “pregare” e di “affidare la sua anima alla Misericordia di Dio”. Le stesse vittime dichiarano che “di fronte alla morte di un uomo, che per il male compiuto ha segnato per sempre la vita di tante persone, noi che con determinazione abbiamo ricercato la verità e la giustizia, non possiamo che tacere di fronte al giudizio di Dio davanti al quale adesso lui si trova”. L’arcivescovo Betori volle organizzare la veglia di preghiera della Chiesa fiorentina (che si svolse nella Santissima Annunziata, davanti all’immagine della Madonna) come “atto di penitenza e di purificazione, in riparazione delle offese perpetrate” nei confronti delle vittime di tutti gli abusi ma anche per chiedere, disse nell’occasione, “la conversione dei peccatori e la riconciliazione delle vittime e per sperimentare la grazia della rigenerazione delle comunità ecclesiali in una rinnovata speranza”.