Italia

FIRENZE, COOPERATIVA SOCIALE MADONNINA DEL GRAPPA, PIENA ASSOLUZIONE PER TUTTI I RESPONSABILI

Con la sentenza del Tribunale di Firenze del 18 febbraio è stato assolto con formula piena dalle accuse di estorsione di denaro a danno dei soci lavoratori, anche l’ultimo degli imputati dell’ex Cooperativa Sociale “Madonnina del Grappa” Onlus, il vicepresidente e direttore Sergio GasperiniDopo oltre sei anni dai primi avvisi di garanzia a carico dei componenti del Consiglio di amministrazione, si conclude positivamente il procedimento giudiziario su una vicenda che ha determinato la messa in liquidazione della Cooperativa sociale M.d.G. Una realtà di cui si avverte oggi la mancanza per le tante situazioni di emarginazione, di esclusione e con il farsi avanti di una cultura xenofoba e razzista anche nel nostro territorio.Con questa sentenza, afferma Arrigo Canzani, ex presidente Cooperativa Sociale “Madonnina del Grappa” Onlus, “viene rimossa anche un’immagina equivocamente e ingiustamente distorta dell’Opera Divina Provvidenza Madonnina del Grappa a seguito di notizie riportate, a suo tempo, dagli organi d’informazione sul rapporto con la Cooperativa sociale (che portava lo stesso nome), la cui attività risultava del tutto autonoma dall’Opera. Questa storia (per chi l’ha vissuta come il sottoscritto nel ruolo di presidente nell’ultima tormentata fase) lascia il segno di profonde sofferenze (quelle “patite” per le ignobili denunce e le conseguenti imputazioni) ma fissa anche il ricordo di una straordinaria e appassionata esperienza portata avanti – pur con tante lacune – verso i più poveri e diseredati, secondo la missione “riattualizzata “ dell’Opera”.I responsabili della Cooperativa – come è noto – erano già stati prosciolti in istruttoria da ogni accusa (favoreggiamento immigrazione clandestina, truffa ed estorsione, false attestazioni soci svantaggiati) con la sentenza del Gup nell’ottobre 2007 e da quella successiva della Corte Suprema di Cassazione in data 17 novembre 2009 che ha respinto il ricorso del PM. Così come la sezione lavoro del Tribunale di Firenze ha annullato l’accertamento relativo alla richiesta di contributi previdenziali degli ex soci lavoratori non riconosciuti svantaggiati dall’Inps.«La Cooperativa sociale – spiega ancora Canzani – era nata in seno all’Opera agli inizi degli anni ’90 per offrire opportunità di lavoro a persone svantaggiate nell’ambito della stessa Opera. Successivamente la sua azione si è allargata verso situazioni caratterizzate da estreme esclusioni sociali (zingari, nomadi, senza fissa dimora, handicappati). Inoltre per più di un decennio, con l’esplosione del fenomeno immigrazione, sono transitati centinaia di extracomunitari inizialmente clandestini, poi regolarizzati attraverso l’inserimento lavorativo: un percorso – anche se non l’unico – per affrancarsi dall’emarginazione e acquisire essenziali risorse di autonomia di vita. Si può ben affermare che la Cooperativa è andata avanti “contro corrente”, a volte interpretando norme e leggi in modo “estremo”, come lo erano le condizioni di bisogno di quanti si rivolgevano».La mensa di S. Francesco Poverino in Piazza SS. Annunziata, gestita dalla Cooperativa per conto dell’Opera (ora affidata alla Caritas) è stata per tanti anni l’immagine visibile in città della stessa Opera. Poveri, sbandati, immigrati, anziani soli e bisognosi hanno potuto avvalersi di un pasto caldo a pranzo (quasi 300 distribuiti giornalmente in tre turni). Ma la mensa si è configurata come punto di accoglienza, di dialogo, d’incontro fra razze e culture diverse, di mescolanza di lingue, di preghiere cristiane e musulmane recitate insieme prima dei pasti; luogo di conforto e di speranza da cui poteva scaturire l’occasione per trovare un lavoro in Cooperativa o altrove, un tetto per dormire, un aiuto per far fronte ai bisogni più essenziali, grazie anche all’aiuto e al sostegno di volontari, collaboratori, benefattori.«Adesso che la vicenda giudiziaria si è conclusa con l’assoluzione di tutti gli indagati, – afferma Canzani – resta il profondo rammarico di aver visto cancellata una realtà proprio in un in un momento di grande necessità di strutture in grado di far fronte, anche nella nostra città, alle emergenze sociali che ci circondano. Alla luce degli avvenimenti e del dibattito politico sull’emarginazione, credo si possa ben affermare che l’azione e le finalità della Cooperativa Sociale Madonnina del Grappa siano state veramente antesignane, pur con i limiti di una esperienza ardua e molto faticosa. Era lo “spirito” dell’Opera che permeava e muoveva l’attività e il cammino della Cooperativa, in sinergia con le Istituzioni locali, per aiutare – attraverso l’inserimento lavorativo – l’integrazione umana e sociale di quanti per vari motivi si trovavano ai margini della società».