Oggi sulla conclusione del procedimento a carico di don Lelio Cantini, Radio Toscana ha intervistato, all’interno della trasmissione di approfondimento Succede in Toscana andata in onda alle 18.35, monsignor Claudio Maniago vescovo ausiliare di Firenze. Questo il testo integrale dell’intervista.Eccellenza è arrivata la notificazione della Santa Sede a conclusione del caso Cantini Ringrazio il Santo Padre che, con una decisione forte e determinata, dopo un cammino lungo e impegnativo, ha offerto a questa triste vicenda un giudizio chiaro e inequivocabile. Essa ovviamente non sminuisce il dolore per le vittime e lo sconcerto per quanto è accaduto, ma aiuta a ritrovare speranza, nella logica della fede in Cristo risorto, che illumina e dà senso anche alle ferite più profonde. Così come non lascia indifferenti lo scandalo provocato da chi avrebbe dovuto essere maestro e testimone e invece ha tradito la fiducia e la stima della comunità ecclesiale. Perché il suo silenzio fino ad ora?I fatti che riguardano don Cantini sono stati per me fonte di sconvolgimento, anzi di interiore sbigottimento. Ho voluto mantenere riservatezza non perché ne avessi sottovalutato la gravità, ma perché ho voluto rispettare la discrezione richiesta da un caso così doloroso, sostenendo il delicato lavoro di discernimento che ha impegnato prima il Cardinale Antonelli e poi la Santa Sede.Quale pensiero per il futuro?La decisione del Papa, così nitida, aiuta a riconoscere il peccato e costituisce per il peccatore un’occasione di espiazione e di richiesta di perdono. Credo che essa possa intendersi anche come un invito rivolto a tutti a riprendere con fiducia un cammino di fede, che nessuno scandalo deve poter fermare, con rinnovato impegno e consapevolezza delle responsabilità che ognuno è chiamato a vivere senza compromessi e nel pieno rispetto per la persona umana: è questo il grande insegnamento del Vangelo.