Vita Chiesa

Firenze, anniversario Piovanelli: card. Betori, «continuare ad essere segno di speranza per il mondo»

Ricordando i suoi predecessori, Betori ha evidenziato che «siamo qui riuniti in una preghiera», ma «ci ritroviamo anche a riflettere sulla nostra Chiesa e il suo cammino nella storia e su come collocarci di fronte al disegno di salvezza che Dio ha per l’umanità, che i pastori fiorentini hanno servito in mezzo al nostro popolo». Commentando la lettura del libro del profeta Zaccaria, il cardinale ha osservato che «la sua missione è un progetto di comunione e di unità, di superamento delle divisioni e di abbattimento delle barriere». «Prospettive – ha commentato – di particolare attualità anche per il nostro tempo su cui pesano conflitti e lacerazioni, emarginazioni ed esclusioni». Per ricordare Piovanelli, l’arcivescovo ha ripreso ciò che aveva detto un anno fa nel giorno delle esequie: «prete povero e umile. Uomo buono, uomo cioè delle beatitudini, fratello e padre».

E poi, dal testamento di Piovanelli: «sono rimasto povero e quindi non ho nulla da lasciare; ho da lasciare soltanto amore». Commentando il vangelo, Betori ha rilevato che «la strada che Gesù mostra è la strada della vera libertà». «Questo – ha aggiunto – i nostri pastori ci hanno testimoniato lungo i secoli» facendo sì che la «Chiesa fiorentina sia rimasta fedele al suo Signore e possa continuare a misurarsi con la sua missione di essere segno di speranza per il mondo». «Sentiamo anche la responsabilità – ha concluso Betori – di mostrarci all’altezza dell’eredità di fedeltà al Vangelo che essi ci hanno lasciato».