Caritas

Firenze, a Santa Croce festa condivisa con 150 ospiti speciali 

Il cardinale Giuseppe Betori: “Non basta l’assistenza, ci vuole la fraternità”. La festa della dedicazione della basilica è stata condivisa con un pranzo nel chiostro grande, a cui hanno partecipato persone vulnerabili che ogni giorno frequentano le mense della Caritas 

Festa alla basilica di Santa Croce a Firenze

Come ci ricorda spesso il Papa, verso i poveri non basta una pur necessaria azione di assistenza, perché a nessuno manchi il necessario, non basta la solidarietà, ma occorre salire il gradino della fraternità, avvicinarsi al povero con spirito di condivisione e di accoglienza”. Essenziale ed efficace è il messaggio che l’arcivescovo Giuseppe Betori ha lanciato oggi in Santa Croce durante la celebrazione, da lui presieduta, in occasione della festa della dedicazione della basilica che è stata condivisa con un pranzo nel chiostro grande, a cui hanno partecipato 150 ospiti speciali, persone vulnerabili che ogni giorno frequentano le mense della Caritas

Alla celebrazione, con la presidente dell’Opera di Santa Croce Cristina Acidini, hanno partecipato la prefetta Francesca Ferrandino, l’assessora Maria Federica Giuliani, il direttore della Caritas diocesana, Riccardo Bonechi, e il presidente della Fondazione Caritas Firenze Vincenzo Lucchetti.

La Comunità dei Frati minori conventuali e l’Opera di Santa Croce, con il prezioso supporto della Caritas diocesana e della Fondazione Caritas Firenze, hanno scelto di celebrare l’Esaltazione della Santa Croce nel segno dell’accoglienza. “In questo luogo francescano non possiamo poi dimenticare – ha sottolineato il cardinale – che, accanto alla povertà frutto dell’ingiustizia sociale, da combattere in quanto ferisce la dignità della persona umana, c’è anche un’altra povertà, quella scelta liberamente, da Gesù, da Francesco e da tanti santi, con cui la vita prende la forma dell’essenzialità, della distanza dai beni inutili che appesantiscono, della condivisione con i fratelli”.

Da Santa Croce arriva l’invito – tutto lapiriano – a pensare il futuro delle città partendo dai poveri. “È essenziale l’attenzione alle povertà: abitativa, lavorativa e culturale nel senso più ampio del termine – afferma il presidente della Caritas diocesana Riccardo Bonechi – Le persone non vanno soddisfatte soltanto con il pacco alimentare, è necessaria la cura della persona nella sua totalità e dignità”. 

Del resto le origini di Santa Croce stanno proprio nell’accoglienza. “Questa giornata mette ancora più in evidenza la necessità dell’accoglienza, un valore su cui Santa Croce fonda le sue radici e che cerca di attualizzare ogni giorno”, mette in evidenza la presidente dell’Opera di Santa Croce, Cristina Acidini.

“Qui vivevano i poveri, qui sono venuti i frati, qui continuiamo a essere vicini a coloro che hanno bisogno di aiuto di qualsiasi tipo, materiale e spirituale penso per soprattutto ai giovani che cercano un senso alla vita e che davanti non vedono futuro, dobbiamo annunciare loro la speranza che viene dal Vangelo”, conclude padre Giancarlo Corsini, rettore della basilica.