di Gianni RossiEra domenica 17 ottobre 1954. Cinquanta-sessantamila persone scesero nelle strade a Prato per accogliere il primo vescovo residenziale della città, mons. Pietro Fiordelli, «fresco» di ordinazione. Dal confine verso Firenze fino alla piazza del Duomo furono due ali ininterrotte di persone: una folla oceanica, se si pensa oltretutto che la popolazione della città laniera era allora di 78.000 abitanti. Quel giorno si compiva un lungo cammino di autonomia, percorso per secoli con tenacia dai pratesi. Nel 1653, infatti, Papa Innocenzo X aveva istituito la Diocesi di Prato ma l’aveva unita «nella persona del Vescovo» alla vicina Pistoia.Mercoledì 22 settembre, in anticipo di qualche giorno sulle date anniversarie, la Chiesa di Prato farà memoria della definitiva separazione da Pistoia e del cinquantesimo di episcopato di mons. Fiordelli con una solenne concelebrazione nella basilica cattedrale di Santo Stefano; presieduta dal cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo metropolita di Firenze, la Messa vedrà la partecipazione di tutti i vescovi della Toscana. L’incertezza riguarda proprio il festeggiato: mons. Fiordelli, infatti, 88 anni, è stato da pochi giorni dimesso dall’ospedale, dove era stato ricoverato alla fine di agosto in seguito ad uno scompenso cardiaco. In Curia, a Prato, al momento in cui andiamo in stampa, non sanno dire se l’anziano presule potrà essere presente. La sua eventuale assenza sarà per i pratesi però un motivo ulteriore per stringersi idealmente intorno a lui, da tempo malato. «Ho avuto e ho sempre presente scrive il successore mons. Gastone Simoni sul numero speciale dell’edizione pratese del nostro settimanale la sua figura e sua la passione apostolica. Fin da quando ero vicario generale a Fiesole sentivo ammirazione per questo ascetico e indefesso apostolo d’oggi. Neppure la malattia continua Simoni ha posto limiti al suo spirito e al suo desiderio apostolico, che anzi si è approfondito e affinato, esprimendosi in un esemplare abbandono nel Signore per le mani di Maria, nel sacrificio a Dio gradito della sua sofferenza e in una incessante preghiera. L’amore di lui per Prato credo che non abbia eguali».La festa del cinquantesimo si inserisce, quale evento culminante, nelle celebrazioni del 350° dell’istituzione della Diocesi pratese, inziate lo scorso anno per concludersi nella prossima festa patronale di Santo Stefano. Intanto, il 16 ottobre prossimo, è in programma un pellegrinaggio diocesano a Roma, «alle radici della fede».I motivi di questo speciale giubileo diocesano sono così molteplici e il cinquantesimo di mons. Fiordelli ne rendono ancora più viva la partecipazione dei pratesi. In 37 anni di episcopato, quello che fu e «rimane» il più giovane vescovo d’Italia (fu nominato da Pio XII a 38 anni), si può dire infatti che abbia incontrato personalmente quasi tutti i pratesi: prima con la Cresima, poi con i corsi pre-matrimoniali.Molti fuori Prato lo ricorderanno per aver difeso con fermezza il matrimonio cristiano nella famosa vicenda «dei concubini», per cui subì una clamorosa condanna in primo grado – correva l’anno 1958 poi cancellata dalla piena assoluzione in appello. Ma mons. Fiordelli «ha inciso lo ha sottolineato di recente il suo successore come pochi altri nella società pratese». Ma è anche la pastorale di tutta la Chiesa, in Italia particolarmente, ad avere un debito con lui per quanto riguarda il fondamentale ambito della famiglia. «Non solo Prato afferma il vescovo di Pistoia mons. Simone Scatizzi, suo primo segretario gli deve l’istituzione dei corsi prematrimoniali che si svolgevano nel salone del Palazzo Vescovile, ma tutta l’Italia, che gli deve, inoltre, una presa di coscienza di quanto fosse importante la formazione alla vita di coppia e alle responsabilità familiari». È stato Fiordelli, tra l’altro, ad ideare la Giornata nazionale per la vita che si celebra la seconda domenica di febbraio.E a Volterra festa per mons. CastellanoAnche l’arcivescovo emerito di Siena, Mario Ismaele Castellano, celebra quest’anno il 50° di episcopato. A festeggiarlo, questa domenica 19 settembre, sarà la diocesi di Volterra, sua prima sede vescovile. Il primo appuntamento la mattina alle 11 con una concelebrazione eucaristica in Cattedrale, presente anche il vescovo attuale Mansueto Bianchi, a cui nel pomeriggio seguirà il canto dei Vespri e una processione. Castellano fu eletto vescovo di Volterra il 24 agosto 1954 e consacrato il 31 ottobre. Entrò in diocesi il 7 novembre. Nominato assistente generale dell’Ac la lasciò ai primi di marzo del 1957.