Toscana

FILIPPINE, SEQUESTRO PADRE BOSSI: SOLO SUPPOSIZIONI IL COINVOLGIMENTO DI ABU SAYYAF

Mentre da stamani circolano notizie senza conferme ufficiali su una registrazione datata 2 luglio in cui padre Giancarlo Bossi cerca di rassicurare i familiari – domani sarà un mese esatto dal suo rapimento nel Sud delle Filippine – resta allo stato di semplice “supposizione”, come afferma una precisazione del ministero degli Esteri italiano, l’ipotesi del nuovo responsabile per la Sicurezza di Manila, Norberto Gonzales, secondo la quale il gruppo militante islamico “Abu sayyaf” (alla lettera “il padre del fabbricante di spade”) potrebbe essere coinvolto nel rapimento. Sullo sfondo dell’attesa di notizie ufficiali e concrete sugli sviluppi della vicenda di padre Bossi, da Manila giunge intanto una netta presa di posizione della Conferenza locale dei vescovi cattolici (Cbcp) a proposito della controversa legge antiterrorismo che – accolta con entusiasmo solo da Stati Uniti e Australia – dovrebbe entrare in vigore la prossima settimana dopo essere stata approvata in marzo. “Penso che la legge causerà gravi tumulti, specialmente quando verrà usata contro coloro che non sono d’accordo con il pensiero del governo” ha detto monsignor Deogracias Yniguez vescovo di Caloocan in un’intervista alla radio cattolica “Veritas”. Il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo Angel Lagdameo, ha aggiunto: “Riteniamo che l’atmosfera creata da questa legge e la sua imminente attuazione ci chiedano di rivolgere un appello affinché venga rivista”. Si sono intensificati intanto nel fine settimana trascorso, e continueranno oggi e nei prossimi giorni dalle Filippine alla Lombardia (regione in cui è nato padre Bossi) gli incontri e le iniziative di preghiera.Misna