Questa sera alle ore 20.30 nella parrocchia del suo paese natio, a S. Maria di Rovagnate, in provincia di Como si svolgerà una messa di suffragio in ricordo di padre Fausto Tentorio, il missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) nelle Filippine ucciso oggi (alle 8.30 ora locale) nella cittadina di Arakan, nell’isola di Mindanao. Aveva appena finito di celebrare la Messa nella parrocchia di Arakan e stava entrando in macchina quando uno sconosciuto in moto gli ha sparato. Soccorso dai fedeli, è stato subito portato al più vicino ospedale, distante 30 chilometri, ma inutilmente. P. Fausto era nato nel 1952. Aveva iniziato la formazione nel Pime nel 1974 e nel 1977 era stato ordinato presbitero. Partito nel 1978 per le Filippine, aveva lavorato inizialmente ad Ayala, nella diocesi di Zamboanga. Era passato nel 1980 alla diocesi di Kidapawan, prima nell’area di Columbio, poi dal 1986 in quella di Arakan. Impegnato già a Columbio con le comunità indigene, pur lavorando anche con quelle cristiane, nel 1990 aveva deciso di impegnarsi a tempo pieno con i tribali della zona, i Lumad, circa 20.000 persone in via d’estinzione. A partire dal 1955, con l’arrivo dei primi coloni, a queste popolazioni erano stati tolti migliaia di ettari di foresta, loro habitat naturale informa il Pime -. La scomparsa della terra avrebbe portato anche alla scomparsa delle tribù. Con l’aiuto della Cei, di alcune ong e di agenzie governative, era riuscito in questi anni a far sì che il governo riconoscesse la priorità dei tribali sulle terre ancestrali rimaste. Il lavoro di padre Tentorio era poi continuato con la nascita di cooperative agricole, educazione sanitaria e alfabetizzazione. Negli ultimi tempi il missionario era anche impegnato per fermare la diffusione dell’industria mineraria, altro elemento di distruzione delle popolazioni indigene. Proprio per questa sua attività a favore degli ultimi, p. Fausto era già stato in passato oggetto di minacce ed era scampato ad altri attentati. (Sir)