Toscana

FILIPPINE, CHIESTO UN RISCATTO PER IL FIORENTINO RAPITO

I sequestratori del cooperante fiorentino, rapito oggi nelle Filippine, hanno chiesto un riscatto. Lo si apprende da Movimondo, l’organizzazione nella cui lavora Andrea Cianferoni, 29 anni, che definisce «irrisoria» la cifra richiesta dai rapitori (si parla di 4 mila euro). Stamani il padre di Andrea, ha telefonato al cellulare del figlio quando il giovane era probabilmente già nelle mani dei sequestratori. A spiegarlo è stato lo stesso genitore, Roberto Cianferoni, dicendo che stamani alle 6.30 ha telefonato al cellulare del figlio e dall’altra parte qualcuno ha aperto la chiamata, per poi interromperla. Il padre ha spiegato che in questo brevissimo tempo «sentivo delle voci in una stanza, un colloquio». La stessa cosa si è ripetuta una seconda volta. L’uomo ha poi riprovato ma il telefono era staccato. La madre ha spiegato che la Farnesina ha contattato lei e il marito intorno a mezzogiorno, «quando siamo rientrati a casa». «Mio figlio – ha detto ancora la madre di Cianferoni – era nelle Filippine da due anni e mezzo e lavorava per l’organizzazione Movimondo. Stava bene, non ha mai avuto problemi, aveva un buon rapporto con la popolazione locale». La madre ha raccontato che Andrea «aveva finito il progetto per il quale era andato nelle Filippine. Era però rimasto perché gli era stato chiesto di stare ancora un anno nelle Filippine, per un altro progetto». A casa a Firenze era tornato a luglio scorso, per una ventina di giorni.

Movimondo è un organizzazione non governativa impegnata in diversi programmi nelle Filippine. Nella zona di Lanao del Norte, Isola di Mindanao, la Ong si occupa del processo di integrazione socio-economica delle comunità di contadini sfollati. Movimondo lavora nella provincia dal 2001 e il suo progetto nella zona, dice il sito internet della Ong, “mira a realizzare attività di promozione per lo sviluppo agricolo dell’area e per il raggiungimento dell’autosufficienza e re-integramento degli ex-sfollati”.