Fiesole

Fiesole: “Siate seminatori di speranza”, il messaggio del vescovo Manetti ai ragazzi di ritorno dal Giubileo

"Esperienza storica e eccezionale": un pellegrinaggio unico nel cuore della storia. "Non i potenti fanno la storia, ma chi sceglie il bene"

Si è concluso oggi il pellegrinaggio dei circa 350 adolescenti della Diocesi di Fiesole a Roma per il Giubileo degli Adolescenti, un’esperienza che il vescovo Stefano Manetti ha definito «storica ed eccezionale» nel suo messaggio audio di saluto ai partecipanti. Stamani hanno infatti partecipato alla Messa in piazza S. Pietro insieme ad altri 200 mila coetanei e, nel primo pomeriggio, si sono rimessi in viaggio con i 6 pullman verso le parrocchie della diocesi.

«Abbiamo fatto il pellegrinaggio a Roma, una Roma senza Papa», ha ricordato il Vescovo, sottolineando la straordinarietà del momento: il gruppo è infatti giunto nella Capitale quando il corpo di Papa Francesco, recentemente scomparso, non era ancora stato tumulato.

«Abbiamo vissuto un momento di passaggio molto delicato per la storia della Chiesa e per il mondo, come sempre accade quando si attende l’elezione di un nuovo Papa», ha aggiunto Manetti, richiamando l’attenzione sul clima di attesa che si respira in Vaticano, dove tra pochi giorni inizierà il Conclave.

Durante il pellegrinaggio, i ragazzi hanno attraversato la Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura, un gesto carico di significato spirituale.

«Quando siamo passati per la Porta Santa, ognuno aveva nel cuore i suoi desideri, i suoi progetti, le sue domande, le sue incertezze. E quella Porta Santa era Cristo», ha spiegato il Vescovo.

Passare attraverso quella porta è stato un simbolo di affidamento a Gesù e di impegno a trasformare il mondo con il bene.

La giornata di ieri, poi, è stata ancora più memorabile: in Piazza San Pietro, accanto ai fedeli di tutto il mondo, erano presenti ben 51 capi di Stato per rendere omaggio al Papa defunto. «E noi eravamo lì, in quel momento, con tutto il mondo», ha ricordato Manetti, sottolineando come i ragazzi abbiano vissuto una sorta di piccola Giornata Mondiale della Gioventù: un’esperienza di fede, di unità e di testimonianza.

Ma il messaggio più forte lasciato dal Vescovo ai ragazzi è stato un invito a credere nel potere del bene compiuto ogni giorno: «Non i potenti fanno la storia, ragazzi. La storia la fanno le persone comuni, ovunque esse siano. Perché ogni persona può fare il bene o può fare il male. Chi fa il bene e combatte il male fa la storia».

Il pellegrinaggio si conclude dunque con un impegno: quello di essere pellegrini di speranza, come ha detto il Vescovo.

«Noi siamo passati attraverso Cristo per promettergli che daremo il nostro meglio con il suo aiuto per fare il bene e fuggire il male. Torniamo a casa come segno di speranza per tutti», ha concluso.

“Abbiamo camminato insieme, ci siamo scoperti e riscoperti Chiesa fiesolana in cammino, popolo di Dio che si muove, prega, spera” è il messaggio che lanciano suor Valentina Laici e don Francesco Rizzi della pastorale giovanile diocesana che hanno organizzato l’appuntamento.

“Il pellegrinaggio è stato una tappa preziosa, ma non il punto di arrivo: ora inizia il nostro mandato! Siamo chiamati a essere “seminatori di speranza”, come ci ha ricordato il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, oggi all’omelia”, concludono i resaponsabile della pastorale giovanile.