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FIDEURAM: PARTE DALLA TOSCANA INCHIESTA PER USURA E RICICLAGGIO, 106 INDAGATI

Ammonta a «svariati milioni di euro» l’insieme dei capitali che un centinaio di promotori finanziari della Fideuram di varie regioni italiane, fra cui soprattutto Toscana e Lombardia, raccoglievano e spostavano all’estero appoggiandosi alle strutture della sede svizzera della banca senza che, per quanto la Guardia di finanza abbia finora accertato, l’istituto bancario del gruppo San Paolo-Imi fosse al corrente del flusso di capitali. Fra i 106 indagati figurano anche cinque funzionari Fideuram, domiciliati in Italia, ma che lavoravano o avevano lavorato nella sede svizzera dell’istituto. Per sette degli indagati è stato ipotizzato il reato di riciclaggio e due di essi sono sospettati di usura. In sette casi, infatti, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il colonnello Andrea De Gennaro, comandante del Nucleo regionale di polizia tributaria della Toscana, gli investigatori hanno raccolto elementi per dire che i capitali raccolti dai promotori erano frutto di illeciti penali, fra cui in particolare il reato di evasione fiscale, e in due occasioni si sarebbe trattato di fondi provenienti da attività usuraia.

Almeno il 20% dei fondi portati all’estero all’interno di questo sistema parallelo avrebbe preso quella direzione per approfittare del cosiddetto Scudo fiscale: capitali in nero sarebbero usciti e poi rientrati per avere una legittimazione. In questo caso con la complicità di funzionari svizzeri che avrebbero retrodatato l’arrivo dei fondi per poter usufruire dei benefici della normativa per il rientro dei capitali all’estero. I sistemi usati dai promotori per portare all’estero capitali raccolti al nero o da sottrarre semplicemente al fisco, ha spiegato il colonnello De Gennaro, andavano dalle tradizionali valigette piene di soldi portate a mano (in un caso, al confine con l’Austria, erano stati bloccati promotore e cliente con una valigetta contenente 600.000 euro in contanti) ai canali operativi della Fideuram stessa, che i promotori avrebbero utilizzato, a quanto per ora risulta alle Fiamme gialle, all’insaputa della struttura ufficiale della banca.

Per le loro operazioni nascoste i promotori finanziari avrebbero ricevuto dai clienti percentuali fra il 5 e il 20% delle cifre esportate, a seconda della provenienza dei fondi e della difficoltà dell’operazione. Complessivamente gli uomini del Gico della guardia di finanza, coordinati dal pm fiorentino Paolo Canessa, hanno compiuto stamani 169 perquisizioni in uffici e abitazioni di dodici regioni: oltre a Toscana e Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Campania e Val d’Aosta. Le indagini erano state avviate autonomamente dalle Fiamme gialle di Firenze otto mesi fa ed erano andate avanti con la collaborazione della Consob. In attesa di eventuali rogatorie da compiere in Svizzera, l’inchiesta ora va avanti per individuare eventuali responsabilità anche dei detentori dei capitali esportati, a partire dalle verifiche fiscali.

L’attività svolta da Banca Fideuram «in Italia, nonché quella svolta all’estero delle società del gruppo viene effettuata nel pieno rispetto delle normative alle stesse applicabili». È quanto spiega, in una nota, l’istituto controllato dal Sanpaolo-Imi a seguito delle perquisizioni svolte oggi dalla Guardia di Finanza presso alcuni promotori finanziari del gruppo riguardo al loro ruolo nell’attività di Fideuram Bank (Svizzera). Banca Fideuram «pur non conoscendo al momento i contenuti dell’indagine in corso» riferisce nel comunicato che «presterà massima collaborazione alle autorità inquirenti al fine di chiarire ogni aspetto della vicenda». L’istituto ricorda quindi come Fideuram Bank sia «una controllata di diritto svizzero di Banca Fideuram regolarmente autorizzata dalle autorità locali a svolgere la propria attività». L’attività di Fideuram Bank inoltre (attività in gestione pari a 0,7 miliardi di euro al 31 dicembre 2003 sui 58,1 di asset under management del gruppo) si svolge interamente in territorio svizzero». (Ansa)