Cultura & Società
Festival Economia e Spiritualità: c’è il Manifesto per il futuro che sogniamo, già 26 i firmatari
Il documento porta le firme di 26 persone, dai sindaci di alcune città toscane ai rappresentanti delle grandi religioni. “L’intento è che questa iniziativa sia una scintilla che inneschi un processo di cambiamento – si legge – che, partendo da una maggiore consapevolezza individuale e da una pacificata interiorità, permetta la realizzazione di azioni che portino questo Paese a riappropriarsi del proprio futuro, partendo dalla sua storia e dalla sua appartenenza alla casa comune Europa”.
Punti di riferimento del gruppo sono l’Enciclica Laudato Sì e l‘Agenda 2030 delle Nazioni Unite. “L’Italia che sogniamo è un’Italia con una leadership che indichi la strada cercando di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti – si legge nel documento – Sogniamo un’Italia capace di intraprendere una coraggiosa rivoluzione culturale e spirituale, che permetta sviluppi positivi e sostenibili; un’Italia che conosca e rifletta sul proprio passato, recuperando i valori e i grandi fini come punto di partenza per affrontare il futuro”.
E’ dalle comunità locali, da chi vive con coraggio la quotidianità, che deve partire la sfida per un futuro diverso. Quella che viene proposta è una sorta di rivoluzione pacifica con quattro capisaldi: comunità locali, spiritualità con apertura a tutte le religioni, accoglienza e sostenibilità. Si tratta di una chiamata alla responsabilità personale di tutti, ad abbandonare senso di impotenza e paura per svolgere un ruolo attivo, proprio nelle comunità dove ciascuno vive. “Le comunità locali rappresentano la forma di convivenza più adatta a reggere le sfide sociali, ambientali ed economiche del Terzo Millennio e a innescare un salto di qualità della coscienza collettiva, a fare bene le cose buone”, si sottolinea nel manifesto.